La singolare installazione è stata anticipata da una presentazione nella Basilica di San Paolo nei decumani a cura del giornalista Francesco Buononato, il quale ha sottolineato che le ferite della costa domiziana sono le stesse della città partenopea, soffrono dell’incapacità della giusta valorizzare di bellezze naturalistiche e culturali.

Spiaggiati sulla costa domitiana, rifiuti raccolti da Domizia per il progetto Museo del Danno

Leda Tonziello, vicepresidente di Domizia ha ricordato che la propria associazione nasce a supporto della stazione zoologica di Napoli per la tutela della tartaruga marina e che bonificare le spiagge dai rifiuti s’innesta in questa singolare mission.

Rosaria della Valle, consigliere di gestione della fondazione Mario Diana, partner tecnico del Museo del Danno, ha sottolineato che solo il 12 per cento dei rifiuti plastici in Italia è avviato al riciclo e che messaggi e attività ambientali come quelli dei volontari di Domizia possono contribuire a migliorare la condizione.

Maurizio Simeone, direttore del parco sommerso di Gaiola ha riportato l’esperienza della sua associazione, che fra le altre attività pone il divieto di introdurre da parte dei visitatori plastiche monouso nel parco. Ciononostante sulla loro piccola spiaggia ogni anno le maree trasportano tre tonnellate di rifiuti.

Giovanni Sabatino, presidente dell’ente riserve regionali costa Domitia ha espresso ottimismo, riguardo alle azioni d valore ambientale sia istituzionali, sia della società civile in atto sul litorale a nord di Napoli, ritenuto finalmente in fase di recupero. Per questo ha garantito che il suo ente continuerà ad assistere l’associazione Domizia, meritevole per le sue attività pubbliche del massimo sostegno. La mostra a Napoli sotterranea andrà avanti fino al 10 marzo.

(Comunicato stampa)

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