Per oltre trent’anni l’omicidio di Michelle Welch, ragazzina di 12 anni scomparsa da Tacoma, nello stato di Washington, nel marzo del 1986, era rimasto senza un colpevole. Michelle era stata trovata senza vita in un burrone poche ore dopo la sua scomparsa. Era il 26 marzo 1986 ed aveva portato le sue sorelline a giocare Puget Park.

Oggi, grazie ad un semplice test del DNA fatto su un tovagliolo lasciato in una tavola calda da un sospettato, si è riusciti a risalire all’assassino. Si tratta di Gary Hartman, un infermiere in pensione di 68 anni, incensurato. Si è risaliti a lui grazie al lavoro di una società che si occupa di ricostruire gli alberi genealogici attraverso il DNA. Dopo aver ottenuto un riscontro positivo paragonando il DNA del test con quelli catalogati, gli inquirenti non hanno dovuto far altro che pedinare e bloccare l’infermiere.

Quel giorno di marzo di 32 anni fa, Michelle era andata al parco con le sorelle, tutte più piccole di lei, e siccome era stata incaricata dai genitori di badare a loro e di occuparsi delle loro necessità, si era recata in bici a casa a prendere dei panini, perché le piccoline avevano fame. Quando tornò al parco le sorelline non c’erano, e quindi si mise a cercarle. Le tre erano semplicemente andate al bagno di un negozio e, quando tornarono al parco, era Michelle ad essere scomparsa. C’erano la bici ed i panini, ma non lei. Fu ritrovata in fondo ad una scarpata poche ore dopo.

Le ricerche del colpevole si concentrarono su un uomo di età compresa tra i 25 e i 35 anni, con gli abiti logori e l’aspetto trasandato, come avevano suggerito alcuni testimoni. Ma non fu individuato nessuno e per 32 anni l’omicidio è rimasto impunito. Fino alla svolta tecnologica. Gli inquirenti si sono rivolti a quest’agenzia che ricostruisce i legami familiari attraverso il DNA e grazie alle loro ricerche si è riusciti ad arrivare all’ex infermiere.

 

 

 

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