Otto arresti all’alba e un divieto di dimora. La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di nove persone nell’ambito di un’indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia. I soggetti coinvolti sono ritenuti parte di un’organizzazione criminale attiva nel settore del gioco d’azzardo illegale e nel trasferimento illecito di beni e capitali. L’attività illecita comprendeva apparecchi come videopoker, slot machine e anche scommesse clandestine.
Scommesse clandestine e gioco d’azzardo, otto arresti all’alba contro il clan dei Casalesi
Le indagini hanno rivelato che l’organizzazione operava con modalità tipiche della criminalità organizzata. Lo scopo principale era quello di sostenere gli interessi del clan dei Casalesi, storicamente dominante nel Casertano e noto come uno dei gruppi mafiosi più influenti d’Europa, sia per potere economico che per capacità militare. Le Fiamme Gialle hanno notificato sei arresti in carcere, due ai domiciliari e un divieto di dimora.
L’operazione ha consentito di smascherare l’esistenza di una rete ben strutturata e ramificata, creata con l’obiettivo di aggirare i controlli delle autorità e riciclare grandi somme di denaro provenienti da attività illecite, tra cui traffico di droga ed estorsioni.
Le indagini
L’organizzazione era guidata da Raffaele Letizia, 56 anni, ritenuto un elemento di vertice del clan dei Casalesi (fazione Russo-Schiavone), per il quale ricopriva il ruolo di cassiere. Come spiega l’ANSA, Letizia aveva messo in piedi un vero e proprio giro di scommesse illegali “parallelo”, basato su una rete di videopoker e slot machine installati in tutto l’agro aversano e, ovviamente, non connessi all’Agenzia delle Dogane e Monopoli. Non solo. La banda aveva anche messo in piedi un giro di scommesse clandestine su piattaforme telematiche, anche queste non autorizzate ed aveva progressivamente ampliato la rete di bar e di altri esercizi commerciali dove poter installare apparecchi congegni da intrattenimento “fuorilegge”.
In manette Ivanhoe Schiavone
Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa, ha comunicato anche l’arresto di Ivanhoe Schiavone, ultimogenito di Francesco “Sandokan” Schiavone. Il giovane sarebbe stato catturato dai carabinieri nell’ambito di un’altra operazione. Le accuse sono “riciclaggio”, “autoriciclaggio” ed “estorsione”. Schiavone avrebbe acquistato due appezzamenti di terreno sfruttando capitali di provenienza illecita e poi li avrebbe intestati allo stesso venditore e, alla loro morte, ai figli. Questi ultimi però li avrebbero locati a una terza persona. In questo contesto sarebbe intervenuto un affiliato al clan, anche lui arrestato oggi insieme al rampollo di Sandokan, che avrebbe imposto al locatario di rescindere il contratto di affitto e di non esercitare il diritto di prelazione così da consentire la vendita dei terreni ad altre persone individuate dalla cosca.