Napoli. Epurazioni interne, regolamento di conti, vendette trasversali. E’ in atto una guerra all’interno della camorra partenopea. Due gli omicidi consumati nel giro di 48 ore. Sabato è toccato a Giuseppe Perna, 40 anni, freddato in un Pub di Pianura da un sicario a volto coperto. Stanotte è toccato invece a Giovanni Sarno, fratello dello storico boss di Ponticelli, Ciro Sarno, vittima di tre colpi di pistola esplosi mentre era a letto, nella sua abitazione.

L’omicidio Perna. Due esecuzioni con due mandanti diversi. Nel caso di Perna, l’ipotesi più battuta dagli inquirenti è quella dell’epurazione interna al clan Pesce-Marfella. ‘O Piglione, come era soprannominato negli ambienti criminali, si sarebbe impossessato di alcune somme di danaro sottratte alle casse del clan. Sarebbe stato punito per la sua avidità, elemento che lo aveva posto in contrasto con alcuni esponenti della cosca, quei Pesce-Marfella di Pianura nati da una costola dei Sarno di Ponticelli.

L’altra pista nell’omicidio di Perna però non esclude che si tratti di un’esecuzione messa in atto dal clan rivale dei Pesce, i Mele. L’ipotesi è meno probabile, però. Agire indisturbati nella roccaforte del clan rivale, con l’appoggio di qualche complice e di un palo sarebbe una mossa azzardata per chiunque.

L’omicidio Sarno. Più chiara, invece, la dinamica che ha portato all’uccisione di Giovanni Sarno, punito per il semplice fatto di essere fratello di Ciro, boss storico di Ponticelli, detto ‘O Sindaco (nomignolo conquistato negli anni ’80 per aver distribuito case ai terremotati). L’ex boss del rione De Gasperi sta collaborando da anni con la giustizia, insieme ad altri fratelli, Giuseppe e Vincenzo, pure finiti in manette. I Sarno hanno svelato moltissimi retroscena sugli affari dei Contini e di altri clan storici del napoletano. Un pentimento che le cosche rivali non gli avrebbero perdonato.

Un elemento comune a entrambe le esecuzioni è la pulizia. Le consorterie criminali si stanno riorganizzando, stanno facendo ordine, stanno modificando gli assetti interni e stabilendo nuove gerarchie. Dal centro storico alla provincia, faide e guerre intestine ridisegnano la geografia camorristica della Campania. Nessun camorrista oggi può dirsi al sicuro.

 

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