altri due casi di vaiolo roma

Ci sono altri due casi di vaiolo delle scimmie a Roma. A darne conferma è l’istituto Spallanzani, come anticipa Fanpage. Sale dunque a tre il numero dei contagiati dal virus proveniente dall’Africa centrale dopo la scoperta del paziente zero nella giornata di ieri.

Roma, altri due casi di vaiolo delle scimmie

“Ho appena ricevuto notizia dal SERESMI (Servizio regionale per la sorveglianza delle malattie infettive) che anche gli altri due casi sospetti correlati con il caso zero italiano, sono stati confermati”,  ha dichiarato l’assessore alla Salute di Roma, Alessio D’Amato. Il componente della giunta capitolina poi aggiunge: “Pertanto salgono a 3 i casi di vaiolo da scimmie tutti presi in carico dall’Istituto Spallanzani. Ho aggiornato il Ministro Speranza sull’evoluzione della situazione. Non bisogna creare allarmismi ma neanche sottovalutare la situazione, perché questa è una malattia con un suo tasso di letalità calcolato intorno al 10% per individui sintomatici“.

Nasce una task force

Dopo la scoperta del paziente zero, di rientro da un viaggio nelle Canarie, l’Istituto superiore di Sanità (Iss) intanto ha costituito una task force composta da esperti del settore e ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse per monitorare la situazione. Dai vertici sanitari assicurano che la situazione non è paragonabile a quella del Covid-19 e che non ci sarebbero i rischi di una pandemia, anche per la presenza di un vaccino contro il vaiolo già presente da decenni nel nostro Paese. Tuttavia l’Iss raccomanda prudenza nei contatti e nei rapporti sessuali in questa fase di diffusione della malattia.

Il paziente zero

Si tratta di un 40enne attualmente ricoverato allo Spallanzani. Non ha bisogno di terapie virali e il suo quadro clinico non desta preoccupazioni. Ha accusato i primi sintomi sotto forma di febbre e spossatezza; poi sono comparse pustole su tutto il corpo, anche nelle parti intime. A quel punto ha deciso di recarsi presso l’ospedale Umberto I, dove al pronto soccorso i medici hanno subito sospettato che si potesse trattare di vaiolo. Da lì le analisi di laboratorio e la conferma ufficiale.

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