Mentre rilascia quest’intervista, Francesca non ha ancora appreso che Stefano è morto. 58 ore trascorse al buio e al freddo, in un angolino, con le ginocchia strette al petto. Francesca Bronzi ha raccontato i due giorni e mezzo che l’hanno separata dai suoi soccorritori. E durante i quali il fidanzato, Stefano Feniello, è deceduto.

“Stefano non parlava – racconta in un’intervista a Porta a Porta – ma si lamentava, io gli guardavo il polso facendo luce con la torcia del cellulare fin quando ho avuto la batteria carica”. Ed è stata proprio Francesca la prima ad insinuare il dubbio in tutti che il ragazzo poteva non avercela fatta, chiedendo di lui. Dov’è Stefano, dov’è? chiedeva ai medici e ai suoi genitori.

“C’era buio, freddo, fuliggine –  continua la ragazza davanti alle telecamere RAI di Porta a Porta – c’era una trave grossa sospesa sul divano dove eravamo noi”. E prosegue: “Abbiamo sentito almeno cinque scosse…Noi clienti eravamo spaventati e volevamo andare via. Ci hanno detto che la struttura era sicura, aveva retto a tanti terremoti. Poi ho sentito un’esplosione. Non ho capito nulla….è uscito qualcosa dal camino”.

Gli attimi della slavina sono riassunti così nel racconto di Francesca: “Un boato. Ero seduta di fronte a Stefano. Quest’eplosione mi ha travolto e spinta a diversi metri di distanza. Una forza sovraumana. Ero in poco spazio, potevo girarmi solo sui fianchi. Di Stefano vedevo solo una mano. Gliel’ho tenuta, lui si lamentava. Poi non ricordo più nulla”.

Qui è possibile vedere l’intervista integrale

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