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Si temono tensioni sociali per la revoca del reddito di cittadinanza. L’sms con cui decine di migliaia di persone questo mese hanno ricevuto l’avviso della sospensione del sussidio statale rischia di essere la scintilla di una protesta di piazza che dal Centro al Sud potrebbe agitare la Penisola. Il Viminale ha allertato le Prefetture. A lanciare l’allarme anche Giuseppe Conte, leader del Movimento Cinque Stelle, che ha rilasciato a Repubblica un’intervista al vetriolo.

Reddito di cittadinanza, tensioni sociali. Conte: “Una guerra sulla pelle dei più deboli”

Il reddito di cittadinanza diventa ancora una volta terreno di scontro politico. La maggioranza accusa i pentastellati di soffiare sul fuoco; Giuseppe Conte invece punta il dito contro il Governo Meloni che ha deciso di revocare la misura così come era stata costruita nel 2018, sostituendola con un assegno di inclusione che però taglia fuori migliaia di persone da ogni forma di sostegno economico.

“È una guerra ideologica condotta sulla pelle dei più deboli – tuona Conte -, un disastro sociale, una vendetta contro il movimento che però pagano gli italiani. Abbiamo provato a metterlo in guardia con la marcia dei 20.000 lo scorso giugno a Roma. Il governo invece ha voluto proseguire dritto in questa guerra con questo messaggio dell’Inps peraltro falso e fuorviante, perché parla di sospensione per una misura che viene invece cancellata. Poi perché crea l’illusione che tutti verranno presi in carico dai servizi sociali”.

Il grido di aiuto di Decaro e dell’ANCI

Conte parla poi di “un momento difficile”. Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidenti dell’Associazione dei Comuni, spiega come “l’inflazione ha acuito i problemi delle fasce deboli della popolazione, e il governo non può lasciare i sindaci da soli a tenere la comunità. Senza risorse“.

De Caro spiega tra l’altro come il divario Nord-Sud rischia di riflettersi anche nella collocazione degli ex-percettori nel mercato del lavoro: “Nelle zone del Paese dove il lavoro si trova, i Centri per l’impiego potranno assolvere al loro compito, ma dove c’è la disoccupazione dilagante si può fare poco per inserire le persone nel lavoro. Ci saranno problemi“. Conclusione? “Il reddito andava sicuramente sistemato, perché le truffe, i percettori abusivi, ci sono stati, eccome. Ma eliminarlo totalmente è un errore che rischia di creare fratture sociali”.

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