Sconto di pena per la banda giuglianese che il 22 marzo del 2019 assaltò una gioielleria a Follonica, in provincia di Grosseto. Armati di pistola, fecero irruzione all’interno dell’attività commerciale, portando via un bottino di oltre 100mila euro.

Rapina in gioielleria, sconto in appello per la banda giuglianese

Secondo l’accusa, Luigi Alamaro 30enne di Giugliano, Domenico Tavano 38enne di Napoli, Luigi Ciccarelli 48enne di Giugliano e Rita Pirozzi 42enne di Giugliano, furono gli esecutori materiali della rapina ai danni della gioielleria “Malucchi”.

Legarono su una sedia con nastro adesivo il gioielliere ed asportarono tutti i gioielli dalla cassaforte. Imputati anche Arcangela Pellegrini, 31enne, Raffaele Milo, 46enne e Raffaele Bassolino 46enne, napoletani residenti nel posto, per aver fornito supporto logistico ed organizzativo, nonché per il furto della vettura utilizzata per commettere la rapina aggravata, nonché Erika Talone, 31enne del posto per la ricettazione di alcuni gioielli proventi della rapina. Arcangela Pellegrini e Raffaele Bassolino, che hanno collaborato con gli inquirenti, aiutandoli ad identificare i complici napoletani, hanno ottenuto lo stralcio processuale.

In primo grado, davanti al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Grosseto dott. Marco Mezzaluna, invece, si era celebrato il processo con il rito abbreviato per rapina pluriaggravata in concorso, porto e detenzione di arma, ricettazione e furto. Tutti gli imputati sono stati assolti dal reato di porto e detenzione di arma.

 Sconti di pena per tutta la banda

Luigi Alamaro e Rita Pirozzi, difesi dall’avvocato Luigi Poziello, hanno rimediato 3 anni e 4 mesi (a fronte dei 4 anni di reclusione del primo grado), il pubblico ministero aveva chiesto 7 anni e 4 mesi).

Raffaele Milo, difeso dall’avvocato Stefano Pugi, ha rimediato 3 anni e 4 mesi, a fronte dei 4 anni, 6 mesi 20 giorni di reclusione (il pubblico ministero aveva chiesto 7 anni e 4 mesi).

Domenico Tavano e Luigi Ciccarelli, difesi dagli avvocati Mary Lina Morra e Luigi Poziello, rimediano 5 anni e 4 mesi a fronte dei 6 anni e 8 mesi di reclusione inflitto in primo grado, con la contestata recidiva (il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione).

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