Metà del Paese si è tinto di giallo, ma alcune Regioni rischiano già di passare alla zona arancione. Il passaggio alla fascia di medio rischio scatta quando l’incidenza settimanale supera i 150 contagi ogni 100mila abitanti, l’occupazione dei posti letto nelle terapia intensive da parte dei pazienti Covid è maggiore del 20% e quella nelle aree mediche più alta del 30%.

Quali sono le Regioni da lunedì a rischio zona arancione

Rischia di cambiare presto colore la Liguria. In base agli ultimi dati diffusi dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), riferiti al 3 gennaio, nella Regione l’occupazione è salita al 21% in terapia intensiva e al 30% in area medica.

Potrebbe finire in zona arancione anche la provincia autonoma di Trento: qui i pazienti Covid sono il 24% del totale in terapia intensiva e il 22% del totale in area medica (dunque ancora sotto la soglia). Nelle Marche, l’occupazione è rispettivamente al 21% e 23%.

In Veneto, invece, preoccupa la percentuale relativa alle terapie intensive occupate da pazienti covid, già arrivata al 19%. Stesso discorso anche per il Piemonte. Il rischio arancione sussiste anche per la Calabria, dove da ieri undici comuni sono finiti nell’area a maggiori restrizioni: Campo Calabro, Cinquefrondi, Ferruzzano, Galatro, Laureana di Borrello, Melicucco, Rizziconi, Roghudi, Rosarno, San Roberto e Taurianova. Tutti della provincia di Reggio Calabria.

Restrizioni

Chi è in possesso di Green pass base – ed è quindi guarito dal virus o risultato negativo al tampone – potrà continuare a muoversi anche al di fuori del proprio Comune, senza limiti di orario e senza dover giustificare lo spostamento. Chi non è provvisto del certificato, dovrà invece tornare a usare l’autocertificazione e potrà muoversi solo per motivi di lavoro, salute o necessità.

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