Si è conclusa in una clinica di Pompei la fuga di un imprenditore campano, latitante da circa due mesi, condannato in via definitiva a sette anni di carcere per reati legati all’illecito smaltimento di rifiuti, alcuni aggravati dal metodo mafioso.
Blitz della Polizia in una clinica a Pompei, arrestato imprenditore latintate
A mettergli le manette ai polsi sono stati gli agenti della Squadra Mobile di Genova, in collaborazione con i colleghi di Napoli, nell’ambito del progetto Wanted, coordinato dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e mirato alla cattura dei latitanti più pericolosi.
L’uomo, che si era reso irreperibile per evitare l’esecuzione del provvedimento restrittivo, aveva messo in atto una serie di stratagemmi per eludere la cattura: telefoni cellulari cambiati ogni settimana, SIM intestate a prestanome stranieri, documenti falsi e tagli netti con la propria famiglia. Una latitanza ben orchestrata, interrotta però da un elemento imprevisto: un controllo medico.
È stato proprio un appuntamento sanitario, infatti, a tradire il fuggitivo. Gli investigatori, guidati dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Genova, sono riusciti a localizzarlo nella clinica pompeiana, dove si era registrato sotto falsa identità. Quando gli agenti lo hanno bloccato, era in possesso di una carta d’identità elettronica e di una patente con sue fotografie ma dati anagrafici inventati.
Le indagini, scattate dopo la sentenza definitiva, avevano già delineato un profilo di criminalità ambientale radicato e organizzato. L’uomo era stato ritenuto responsabile di gravi violazioni in occasione dei lavori di ripristino eseguiti dopo la mareggiata che colpì Rapallo nel 2018.