federico zaoli genzano massacra di botte figlia

“Piangeva troppo”. E’ questa la ragione che avrebbe spinto Federico Zeoli, 24 anni, a massacrare di botte la piccola Alice (nome di fantasia), due anni appena. L’uomo è originario di Vinchiaturo, in provincia di Campobasso. E’ stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia. Il ragazzo ha precedenti di polizia per stalking e lesioni.

Gli agenti del commissariato di Genzano hanno ascoltato la mamma della piccola, Sara, per raccogliere informazioni sui momenti poco dopo il dramma, quando lei è rientrata a casa e ha visto sua figlia ricoperta di sangue. Dal suo racconto i poliziotti cercheranno di ricostruire con esattezza la dinamica dell’accaduto.

I fatti risalgono alla serata di ieri, mercoledì 13 febbraio, secondo le informazioni apprese finora, Federico era solo in casa, insieme alla piccola e alla gemellina mentre mamma Sara, 23 anni, di Velletri, non c’era. A provocare la violenza inaudita del ragazzo sarebbe stato il pianto della bimba. Lui stesso ha confessato: “Piangeva troppo, ho perso il controllo e l’ho picchiata“.

Federico si è scagliato contro la bambina davanti agli occhi della gemella, riempiendola di botte. Al rientro a casa, la madre l’ha vista ricoperta di sangue, l’ha presa in braccio e l’ha portata subito davanti all’ospedale di Genzano, però chiuso. Disperata, con la bimba in braccio priva di sensi, ha iniziato a gridare “Aiuto!” davanti al cancello. Ad ascoltare le sue urla è stata la vigilanza che ha immediatamente chiamato i soccorsi. Sul posto è intervenuta una volante della Polizia di Stato, che la portata all’ospedale dei Castelli, poi il trasferimento al Bambin Gesù di Roma, dove attualmente la bimba si trova ricoverata con prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva. I medici le hanno trovato diverse ferite sul corpo, alla testa, e un ematoma cerebrale. Le sue condizioni sono gravi e sarebbe in pericolo di vita. Secondo gli investigatori che non era la prima volta che la bimba veniva picchiata.

Ma a lasciare perplessi gli investigatori è anche la versione della donna, che giunta all’ospedale avrebbe mentito ai medici prima di raccontare la verità.”E’ svenuta”, avrebbe detto ai sanitari. Impossibile crederle, aveva lividi, contusioni, morsi dappertutto. I poliziotti portano Sara in commissariato per interrogarla: lei in un primo momento prova a coprire il compagno, cerca di dire che si è trattato di un incidente ma la versione non regge. Dopo è la volta del compagno, renderà una lunga confessione: «L’ho picchiata io, l’ho morsa», un racconto raccapricciante interrotto da pianti e singhiozzi.

La coppia conviveva da due mesi nel Comune della provincia di Roma, ma nelle ultime settimane la situazione era degenerata. Una storia di degrado familiare legata al fatto che entrambi sono attualmente disoccupati. Una tragedia che arriva all’indomani di un’altra, tremenda: il piccolo ucciso a Cardito in provincia di Napoli dal patrigno, davanti ai fratelli, davanti alla mamma. “Ho perso la testa”, nulla più ha ammesso Tony Sessoubti. Poveri figli, uccisi con la scopa, presi a pugni o morsi al petto, da patrigni mai diventati grandi.

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