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Omicidio Vincenzo Ruggiero, arriva la conferma dell‘ergastolo a Ciro Guarente. L’ex cuoco è stato condannato anche in appello al carcere a vita per l’omicidio dell’attivista gay di 25 anni Vincenzo Ruggiero, ucciso a colpi di pistola e fatto a pezzi nell’estate del 2017.

Omicidio Ruggiero, confermato l’ergastolo

Guarente, a tre anni dal delitto, non ha mai detto dove ha nascosto la testa decapitata della vittima. “Soddisfatta, chi fa male paga” ha commentato la mamma di Vincenzo.

L’attivista gay Vincenzo Ruggiero, fu ucciso ad Aversa, nell’estate del 2017. Nessuna attenuante è stata concessa dalla corte a Ciro Guarente, reo confesso, che pochi istanti prima della lettura del dispositivo ha letto alcune dichiarazioni spontanee. Guarente, che fece a pezzi il corpo di Vincenzo per liberarsene, si è scusato con la famiglia della vittima e con la propria, dicendo di essere distrutto e pentito.

“Un minimo di soddisfazione c’è – dice Maria Esposito, la madre di Vincenzo – chi fa del male paga, la giustizia almeno in questo caso ha funzionato molto bene. Vincenzo credo sarebbe stato abbastanza soddisfatto di quello che fa la sua mamma e se ho la forza è perché è lui a darmela”.

L’omicidio

Non appena fu dichiarata la scomparsa di Ruggiero, subito si attivarono le ricerche. Furono le telecamere di videorveglianza a rivelare la scioccante verità sui fatti. Alcuni video, infatti, mostravano Ciro Guarente, conoscente di Vincenzo, mentre tentava di disfarsi di quello che restava del corpo di Vincenzo che caricava il suo corpo in un’auto. Il movente dell’omicidio era la gelosia nei confronti di Heven, a detta dell’assassino.

I pezzi del corpo della vittima vennero ritrovati in una botola. 

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