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Napoli, poliziotto arrestato a Poggioreale: portava la droga in carcere

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Napoli. Arrestato poliziotto che portava la droga nel carcere di Poggioreale. L’agente della Polizia Penitenziaria è stato bloccato proprio davanti la casa circondariale perché trovato in possesso di dosi droga che, verosimilmente, erano destinate ai detenuti.

A rendere noto l’episodio, avvenuto sabato scorso, è Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria). Gli agenti, incaricati dalla Procura di Napoli, hanno perquisito anche l’abitazione dell’uomo nella quale è stata trovata altra droga e un microtelefonino, dello stesso modello di quelli trovati e sequestrati ai carcerati, all’interno delle strutture penitenziarie. “È un dovere tutelare l’istituzione penitenziaria e le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria alla luce dell’arresto avvenuto nel carcere di Napoli Poggioreale”, ha commentato Capece.

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“Nell’assoluta convinzione dei capisaldi giuridici della presunzione d’innocenza e del carattere personale della responsabilità penale, che vale per tutti, – ha detto ancora il segretario del Sappe – chi si è reso responsabile del reato di possesso di un ingente quantitativo di droga che stava tentando di introdurre in carcere a Poggioreale subirà le giuste conseguenze sia sotto il profilo penale e disciplinare perché hanno tradito lo Stato e la fiducia di tutti i colleghi. La Polizia Penitenziaria è in prima linea per eliminare le mele marce”. “E’ inutile nascondere – aggiunge Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del SAPPE – la grande amarezza che questo grave fatto ha determinato tra i colleghi di Napoli, che si sono sentiti traditi tanto più che il collega arrestato risulta essere dirigente sindacale di una Sigla del Corpo e quindi a lui alcuni colleghi si sono rivolti nel tempo per chiarimenti e consigli sui servizi. Ma il Corpo di Polizia penitenziaria è una Istituzione sana. È del tutto evidente che rendersi responsabili di comportamenti che sono non solo contrari alla nostra etica professionale ma addirittura illegali perché violano le norme penali è assolutamente ingiustificabile, tanto più se a porli in essere è chi svolge la delicata professione di poliziotto penitenziario”.

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