Morto Sinisa Mihajlovic

Non ce l’ha fatta Sinisa Mihajlovic. L’allenatore ed ex calciatore è morto a soli 53 anni. A darne l’annuncio è stata la famiglia. Da anni l’atleta lottava contro un tumore che non gli ha lasciato scampo.

Morto Sinisa Mihajlovic

Da brividi il comunicato dei parenti che hanno dato la notizia del decesso del calciatore: “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Viktorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato”.

Lutto nel mondo del calcio

Lutto in tutto il mondo del calcio e dello sport. Sinisa Mihajlovic, fino a settembre sulla panchina del Bologna, lascia sei figli, la moglie Arianna e una nipotina di un anno. Solo il primo dicembre scorso era a Roma, una bellissima sorpresa a Zdenek Zeman alla presentazione del libro del boemo. I due si sono ritrovati da vecchi amici, ricordando e raccontando tanti aneddoti di campo e di vita. Tra i difensori più importanti degli ultimi 25 anni, celebre per il suo mancino letale che su punizione era una sentenza, arriva in Italia da calciatore proprio alla Roma, nel 1992, dalla Stella Rossa, con Vujadin Boskov in panchina. Poi passa alla Sampdoria, dove consoliderà la sua forza. Infine il passaggio nelll’Inter e nella Lazio prima degli anni da allenatore.

Che tumore aveva ha ucciso Sinisa

Il tumore che l’ha colpito è stata la leucemia mieloide acuta, un cancro del sangue che origina nelle cellule staminali presenti nel midollo osseo e che aveva colpito l’allenatore del Bologna nell’estate del 2019. Dopo tre anni la malattia era ricomparsa. Un’altra battaglia, più dura, fino al decesso di oggi.

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