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Milano. “Quando sono tornato a casa ho provato a dormire, ma non riuscivo perché lui si lamentava continuamente, allora mi sono alzato e gli ho dato dei pugni, forse anche dei calci… Sì ho visto che rantolava, non respirava… poi sono uscito, ma non pensavo che stava morendo, sono uscito in macchina e poi dopo… ho chiamato i soccorsi”, è quanto racconta Aljica Hrustic, 25 anni, di origini croate, arrestato per avere ucciso suo figlio Mehmed di 2 anni e 5 mesi, ha confessato così l’omicidio anche davanti al pm Giovanna Cavalleri, dopo averlo fatto, due giorni fa, davanti agli investigatori della squadra mobile.

Il giovane ha raccontato varie torture che avrebbe inflitto al piccolo nel corso mesi. Il piccolo Mehmed quella notte si lamentava perché il padre gli aveva bruciato i piedini con l’accendino. Quando i soccorsi sono entrati, all’alba, nell’appartamento occupato in via Ricciarelli 22, il piccolo era steso sul letto, pieno di lividi, aveva i piedi fasciati. «Venite, c’è un bambino che fatica a respirare», la telefonata del padre, ma il piccolo era già morto, forse da due ore. In un primo momento gli investigatori avevano pensato che i piedi fossero stati legati per non consentirgli di camminare, per tenerlo fermo, a letto, invece le garze le aveva messe la madre con l’intenzione, forse di medicare, o di coprire le scottature. Questo il motivo dei lamenti del piccolo che hanno fatto innervosire il padre, al punto da scatenare la furia, lucida e bestiale.

Il pm ha chiesto la convalida del fermo di Hrustic e il gip Valerio Natale deciderà sulla misura cautelare in carcere, dopo l’interrogatorio. Nelle prossime ore verrà disposta l’autopsia sul corpo del piccolo, che chiarirà da quanto tempo Mehmed subisse torture e quali altri tipi di violenza sia stato costretto a sopportare.

FONTE: IL GIORNO.IT

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