La città di Melito finisce di nuovo alla ribalta della stampa nazionale. L’Espresso le ha dedicato infatti un articolo dal titolo eloquente: la cittadina a nord di Napoli viene definita Camorraland, la frontiera di Gomorra. Un approfondimento in cui si ripercorrono decenni di scelte amministrative sbagliate, collusioni tra politica e criminalità, estorsioni, piazze di spaccio e cementificazione selvaggia tra edilizia privata e legge 219. Un cappa asfissiante dai Di Lauro agli scissionisti. Un reportage dettagliato firmato dall’inviato Antonio Fraschilla.

Melito “CamorraLand”, il reportage de L’Espresso: così il clan controlla tutto in città

“Qui il clan controlla e rilasciava anche le ricevute per il racket” scrive il settimanale ricordando la recente inchiesta contro gli Amato-Pagano che ha portato agli arresti, tra gli altri, anche di due vigili urbani e del presidente della Confcommercio locale. Un sistema esteso che però avrebbe portato solo ad una denuncia: quello di un salumiere a cui era stata imposta la mozzarella o, in alternativa, 500 euro al mese.

I commercianti erano costretti a comprare merce, dagli alimentari ai gadget come calendari, penne e portachiavi. Pizzo con fattura fiscale. “Ma nessun altro ha collaborato” sottolineano gli inquirenti. Pure sulle pompe funebri c’era il monopolio: negli ultimi anni 500 funerali su 600 a ditte in odor di camorra. La criminalità organizzata si sarebbe infiltrata quindi anche nell’economia paralegale nonostante solo con lo spaccio di cocaina, secondo una stima, sarebbero entrati 24 milioni di euro all’anno.

Poi c’è l’aspetto che riguarda la vita politica, anche questa pesantemente influenzata. Tra pacchetti di voti comprati alle elezioni e pressioni per gli appalti pubblici, come quelle che subì (emerge ancora dall’ultima inchiesta) l’amministrazione Carpentieri, poi sfiduciata. Poi le percentuali agli Amato-PAgano sulle costruzioni edili, non solo a Melito ma anche a Casavatore e Mugnano. Ed infine gli ultimi anni d’instabilità politica, fino al ballottaggio Pellecchia-Mottola. Le sfiduce, le minacce agli esponenti politici e le battaglie elettorali in rioni difficili come il Parco Monaco.

Insomma un quadro a tinte fosche per la città di Melito finito nelle pagine di uno dei principali settimanali d’approfondimnento d’Italia.

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