Marano, nessuna traccia di Antonio Ruggiero, l’amico del pregiudicato ucciso a Casandrino

Prendono sempre più corpo, con il passare dei giorni, le ipotesi più inquietanti circa la sparizione di Antonio Ruggiero, amico di Andrea Castello, il pregiudicato fatto inginocchiare e poi ucciso a Casandrino. Al momento gli inquirenti escludono qualsiasi collegamento tra la scia di cadaveri carbonizzati, quelli scoperti a Caivano, Grumo Nevano e Casandrino, e l’omicidio di Andrea Castello e la contemporanea scomparsa di Antonio Ruggiero, entrambi di Marano. Per questi due ultimi casi, gli investigatori ritengono molto più plausibili solo due ipotesi. La prima porta a Scampia. A quanto accadde nel 2012, quando Mariano Riccio, capo clan a solo ventidue anni, scatenò una nuova faida contro i cosiddetti “girati”, il gruppo della Vannella Grassi, prima alleato con la cosca Amato – Pagano (Mariano Riccio è il genero di Cesare Pagano) e poi passato all’alleanza con il clan Di Lauro, nemici storici degli Amato-Pagano.

 

La cosca degli scissionisti è attualmente senza una guida poiché, nello scorso mese di febbraio, sono stati arrestati lo stesso Riccio, dopo due anni di latitanza, e dopo soli venti giorni il suo successore, Gennaro De Cicco. Un clan  improvvisamente allo sbando, insomma, tanto da offrire il fianco alle vendette legate alla faida del 2012. La seconda ipotesi, invece, non esclude un regolamento di conti all’interno dello stesso gruppo guidato da Riccio, con l’obiettivo di fermare l’ascesa delle pedine più “inquiete” e smaniose di impossessarsi di nuovi mercati e territori. A Marano intanto, città natale dei due ragazzi, si respira un clima di comprensibile incertezza. Alcuni sono sorpresi, altri impauriti, altri ancora solo curiosi di vedere fin dove si arriverà. Un clima inusuale per una popolazione che, per svariati decenni, è stata abituata a convivere con una mafia essenzialmente “finanziaria”, capace di intrecciare legami con le potenti cosche siciliane, di detenere il monopolio europeo dell’hashish ma allo stesso tempo attentissima nel tenere lontano dalla città i riflettori mediatici e investigativi. La domanda ricorrente è: cosa accadrà d’ora in avanti?

 

 

La fazione maranese alleata con Mario Riccio è destinata a dissolversi e a ritornare nell’oblio dopo meno di due anni dalla sua comparsa? L’unico dato certo è che finora quel manipolo di ragazzi, armati fino ai denti e pronti a tutto, non si era guadagnato grandi “simpatie”. A destare particolare clamore è stata la scomparsa di Antonio Ruggiero, molto noto in città poiché gestore di alcune attività commerciali e imparentato con personaggi dal noto passato criminale (tra questi “Ninuccio ‘o pellerossa”) o usciti di scena in circostanze a dir poco misteriose: le stesse che sembrano ora celarsi dietro la scomparsa del 30 enne amico di Andrea Castello.

 

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