Soldi da versare al clan e consumazioni senza pagare. Il racket del clan Sibillo coinvolgeva anche le pizzerie più famose. E’ propria per una di queste, la pizzeria Di Matteo dove nel ’94 si recò l’allora presidente statunitense Bill Clinton, nei giorni scorsi sono stati fermati 4 uomini della cartello che si era impadronito di Forcella attraverso il terrore.

In cella, su ordine della Dda, sono finiti Vincenzo Sibillo, 56enne padre di Emanuele e Pasquale Sibillo (il primo ammazzato nel 2015, il secondo in cella); Giosuè Napolitano, 46enne padre di un killer della paranza dei bimbi conosciuto come ‘o nannone; Giovanni Ingenito, 24enne della zona dei Banchi nuovi e Giovanni Matteo, 28enne di via San Filippo e Giacomo. Avrebbero taglieggiato per anni la pizzeria Di Matteo e la svolta decisiva nell’inchieste è arrivata con la testimonianza resa dai proprietari dopo i recenti spari contro la saracinesche del locale e le intercettazioni ambientali degli investigatori. L’ultima rata del pizzo sarebbe stata poco in occasione dello scorso Natale: 5mila euro nelle casse del clan.

Resta da chiarire quindi perchè sono stati esplosi i colpi visto che i clan avrebbe ottenuto per anni i soldi del pizzo. Come riporta Il Mattino, non sarebbero stati quasi sicuramente i Sibillo a sparare e l’attenzione degli investigatori si è spostata anche su altri gruppi criminali. Riflettori puntati contro l’ennesimo gruppetto criminale ritenuto legato ai Mazzarella, da sempre schierati contro i Sibillo (che, a loro volta godono del sostegno dei Rinaldi e dei Contini).

Il pentito Pasquale Orefice ha raccontato del business delle “buste ai commercianti e dei cartoni delle pizze”, a proposito del ruolo svolto in questi anni da Ciro Contini (in foto a destra), nipote del boss del Vasto-Arenaccia Edoardo ‘o romano. Un personaggio pericoloso Ciro, che avrebbe assunto la guida della paranza dei bimbi, rimasta senza leader dopo la morte di Emanuele Sibillo. Ora deve rispondere anche dell’accusa di omicidio di Luigi Galletta, un meccanico estraneo alla camorra, colpito a morte perché cugino di un affiliato ai Buonerba. Uccideva “per sfizio” – dicono i pentiti – ma avrebbe anche gestito il racket nella zona dei Decumani.

Ora indagini anche sulla holding Mazzarella-Rinaldi sul racket imposto ai locali del centro storico. Il pizzo delle forniture sarebbe stato imposto dal boss Ciro Rinaldi (in foto a sinistra). Anche alcuni soci della pizzeria Di Matteo avrebbero parlato di “facce nuove che si vedono di recente nella zona”. La Dda di Napoli vuole fare luce sull’assalto dei clan all’oro di Napoli.

 

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