Aveva espresso un desiderio prima di morire: rivedere sua moglie Rosaria per abbracciarla un’ultima volta. Una richiesta che è rimasta inascoltata. Perché Lorenzo Rapicano, napoletano di 62 anni, sottoposto agli arresti domiciliari, è morto in seguito al tumore di cui era affetto senza poter dire addio alla sua amata.

Il dramma di Lorenzo, il detenuto napoletano morto senza rivedere sua moglie

A raccontare l’episodio è Pietro Ioia, Garante dei diritti dei detenuti della città metropolitana di Napoli. Una vicenda per la quale si era battuto affinché Rapicano potesse salutare la sua consorte, attualmente detenuta nel carcere femminile di Santa Maria Capua Vetere.

“Ieri pomeriggio (il primo maggio, ndr) sono stato a casa di quest’uomo agli arresti domiciliari, mi pregava che voleva vedere la moglie detenuta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, già aveva avuto un rifiuto, alla fine è morto senza poterla vedere. Mi sento inutile e triste“, aveva scritto Ioia in un post pubblicato su Facebook.

In passato la coppia era stata arrestata contemporaneamente per la stessa vicenda. Il 62enne era stato portato al carcere di Rebibbia, la moglie invece a Lecce. Successivamente, a causa delle sue gravi condizioni di salute, Rapicano era stato sottoposto agli arresti domiciliari mentre la consorte era stata trasferita in un secondo momento all’istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere. A dicembre, l’uomo fu quindi portato nella sua casa a Napoli per continuare a scontare la sua pena. Visitato nuovamente dai medici, il verdetto fu stavolta impietoso: Lorenzo non avrebbe resistito per molto, perché la metastasi dai polmoni stava avanzando verso il cervello. Conscio del fatto che non avrebbe vissuto a lungo, aveva chiesto di rivedere sua moglie per darle l’addio. Un desiderio che non è stato mai esaudito.

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