Si è discusso tanto in questa settimana del DDL Zan. Tanto che ci siamo dimenticati tante cose. La prima che in Senato c’è una Presidente di centrodestra eletta da quella che all’epoca era la maggioranza gialloverde.

Il ddl Zan si è fermato a Chiaiano

La seconda cosa che abbiamo tutti dimenticato è che il DDL Zan è una legge e come tale va studiata letta e approfondita. Non è una bandiera da sventolare per essere più alla moda.
La terza ed ultima cosa: il DDL Zan ha a che fare con la libertà e con il rispetto. La libertà ed il rispetto delle persone che hanno un orientamento sessuale diverso.
Molti si sono domandati perché devono avere una legge tutta per loro, non bastano quelle che ci sono? No, non bastano perché la differenza tra un’offesa rivolta ad un singolo e quella rivolta ad un gay in quanto gay sta nel fatto che nel secondo caso si offendono tutti i gay.
Se io dico e mi perdonerete: “Sei uno sporco negro” sto offendendo non solo quella persona ma tutti coloro che hanno lo stesso suo colore della pelle. Così allo stesso modo, se discrimino o insulto una persona per il suo orientamento sessuale, sto offendendo tutti quelli o quelle come lui.
Per questo non bastano le leggi normali: perché chi purtroppo ancora viene fatto sentire diverso in questa società ha bisogno di sapere che c’è qualcuno che lo protegge.
Perché vi sto parlando del DDL Zan? Perché è proprio qui da noi che questa norma serve come il pane. Perché qui c’è bisogno di lavorare molto sulla cultura della diversità.
Perché nel giuglianese essere gay spesso è una condanna. Ed è in paesi come il nostro che Zan dovrebbe venire a manifestare il suo sdegno per la mancata approvazione e non nelle piazze cosmopolite e progressiste delle grandi città.
E qui che ci sono centinaia di ragazzi a chi qualcuno dovrebbe spiegare che essere gay è la cosa più naturale che esista e non c’è niente di cui vergognarsi o preoccuparsi. È qui che parlare di gay, trans nelle scuole è davvero necessario. È qui che una giornata dedicata alle diversità sarebbe una manna dal cielo. È qui, nella zona con più giovani (e più abbandonati), d’Italia la vera frontiera del cambiamento. Ma anche Zan si è fermato a Chiaiano. Perché nell’area Nord, mentre tutta Italia si confronta sui temi dei diritti e del progresso civile, siamo impegnati a contare i roghi del mese o a piangere un ragazzo torturato e ucciso dal clan del suo quartiere. Perché questo significa essere periferia. Vedere il mondo che cambia mentre tutto intorno a te resta sempre la stessa merda.
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