terza ondata gran bretagna

Il modello brittanico della lotta al Covid-19 rischia di dimostrarsi un fallimento. Dopo l’allentamento delle restrizioni e illoro successivo azzeramento in anticipo rispetto a tutti gli altri paesi europei, il Regno Unito si avvia a gran passi verso una terza ondata di casi. Sono 45mila i contagi registrati in media ogni giorno, quasi 200 i decessi, nonostante l’imponente campagna vaccinale messa in moto a marzo scorso.

Gran Bretagna, risalgono contagi e decessi: il Paese verso nuove restrizioni

A preoccupare è soprattutto la situazione degli ospedali, messi sotto pressione dal numero crescente dei ricoveri. Per questo il premier britannico Boris Johnson sta valutando il cosiddetto “piano B”. Vale a dire chiudere – almeno parzialmente – il paese, ed imporre i passaporti vaccinali per accedere a locali affollati e grandi raduni al chiuso, oltre al ritorno dell’uso delle mascherine in alcune situazioni.

Risale ad aprile scorso la riapertura di pub e ristoranti, secondo un exit strategy che ha progressivamente portato all’allentamento delle misure anti-covid prima di molte altre nazioni in Europa. A fallire, secondo gli esperti, è il raggiungimento dell’immunità di gregge. Ad oggi, infatti, solo il 68% della popolazione ha ricevuto due dosi del vaccino. Quasi il venti per cento della cittadinanza non è vaccinata. Un buco nella campagna di immunizzazione che, unito alla soppresione di quasi tutte le misure anti-virali, compreso l’uso delle mascherine in molti luoghi pubblici, ha innescato una vera e propria nuova ondata di contagi.

La terza dose

Per scongiurare l’incubo di un lockdown nei prossimi mesi, il premier sta invitando i cittadini del Regno Unito ad assumere la terza dose.  Secondo l’Observer, il domenicale del quotidiano Guardian, la Uk Health Security Agency ha iniziato una consultazione delle amministrazioni locali sulla possibilità di una “immediata implementazione del piano per l’inverno”, per far fronte alla crescente pressione sul servizio sanitario pubblico. A preoccupare gli scienziati la concomitanza di variante Delta e sottovarianti con altre malattie respiratorie, una “tempesta perfetta” che può avere conseguenze gravi per bambini ed anziani.

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