Alessandro Impagnatiello tentava da mesi di avvelenare con un topicida la compagna Giulia Tramontano prima di ucciderla a coltellate. Finora era soltanto un’ipotesi, ma i risultati dell’autopsia confermano quanto sospettavano gli inquirenti da tempo.

Giulia Tramontano, Impagnatiello avvelenava lei e il feto da mesi con il topicida

Dalla consulenza autoptica depositata oggi alla Procura di Milano è emersa la presenza del veleno per topi “sia nel feto che nel sangue” della donna con un “incremento” della somministrazione “nell’ultimo mese e mezzo”. 

E non è tutto: non solo Impagnatiello avrebbe avvelenato la compagna di Sant’Antimo per mesi, almeno fino a dicembre. Ma dall’esame autoptico è emerso anche che Giulia, morta dissanguata, era ancora viva dopo ogni coltellata. Dunque la vittima non è morta dopo il primo fendente, ma la lama del coltello da cucina impugnata dal giovane, ora detenuto a San Vittore, ha affondato per ben 37 volte sul suo corpo prima che Giulia morisse.

Elementi, questi, che rendono il delitto ancora più atroce e che potrebbe tradursi, in aula, nell’aggravante della crudeltà, contestata dalla Procura di Milano fin dal primo istante ma rigettato dal gip Laura Minerva.

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