La Giornata della Memoria è ricordata a livello internazionale il 27 gennaio 2022, giorno in cui l’Armata Rossa liberò Auschwitz. E’ stata istituita nel 2005 per ricordare le vittime dell’Olocausto. Ecco alcuni film da poter guardare in occasione di questa ricorrenza, per non dimenticare la strage perpetrata dai nazisti ai danni degli ebrei.

Giornata della Memoria: film da vedere

Ecco alcuni film da vedere in occasione della Giornata della Memoria, incentrati sulle persecuzioni di cui furono vittime gli ebrei e su una pagina di storia buia e dolorosa: un modo per ricordare e al contempo fare in modo che non accada mai più quanto avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il bambino con il pigiama a righe

Bruno, figlio di un ufficiale nazista costretto a trasferirsi dalla capitale Berlino verso una campagna remota, in seguito a una promozione del padre, scopre aggirandosi nei dintorni della sua cascina l’orrore che sta sconvolgendo la Germania durante la Seconda Guerra Mondiale. Scorge un filo spinato, al di là del quale c’è un suo coetaneo, Shmuel, prigioniero del campo di concentramento. I due diventano amici: nonostante appartengano a “razze” diverse, i bambini non provano discriminazione ma prevale il sentimento dell’amicizia, tanto da spingere il bambino a tentare di scavalcare la recinzione di fino spinato.

Schindler’s List – La lista di Schindler

Il titolo del film è legato alla figura di Oskar Schindler, imprenditore che dapprima approfitta del regime nazista per vendere pentole e tegami all’esercito, impiegando personale ebreo, e che in seguito compila la celeberrima lista di coloro che saranno salvati, messi al riparo da un destino infausto apparentemente già segnato. Nonostante il treno su cui viaggiano i “salvati” giunga per errore ad Auschwitz, Schindler corrompe le guardie e riesce a ottenere che a nessuno dei suoi protetti venga fatto nulla di pericoloso.

Oskar Schindler, comunque affiliato al Partito Nazista, dopo la guerra rischia la cattura: gli operai gli consegnano una lettera da essi stessi scritta in cui dichiarano che l’imprenditore non è un criminale e gli donano un anello con incisa una citazione dal testo sacro dell’ebraismo Talmud, Chi salva una vita salva il mondo intero.

La chiave di Sara

Siamo nel luglio del 1942: gli ebrei di Parigi vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Tra loro c’è Sarah Starzynski, bimba di dieci anni, che nasconde il fratellino in un armadio chiuso a chiave. La storia si snoda nella sua pienezza cinquant’anni dopo, quando alla giornalista americana Julia Jarmond, sposata con l’architetto Bertrand Tezac, viene assegnato un servizio su quel rastrellamento. La coppia si trasferisce nell’appartamento in cui i nonni di Bertrand hanno abitato sin dal 1942, la stessa casa in cui aveva vissuto la famiglia Starzynski. La mamma e il papà di Sarah sono morti ad Auschwitz, ma nulla si sa di lei e del fratellino Michael. Convincendosi che sia viva, Julia inizia a cercarne tracce consultando archivi, intervistando testimoni e mettendosi alla disperata ricerca dei sopravvissuti.

La tregua

Tratto dal libro omonimo, La tregua riprende il momento della liberazione in cui i soldati tedeschi, nel tentativo di cancellare ogni traccia degli orrori perpetrati per anni, uccidono i prigionieri o li lasciano nei campi abbandonati al loro destino. Una volta liberi, i deportati cercano un modo per tornare alle loro case. Tra loro, c’è Primo Levi che narra il ritorno accidentato in prima persona.

Man mano che Primo Levi si riavvicina a Torino, si comprende come ormai sia una persona distrutta nel fisico e nella mente a causa di quanto avvenuto nei campi di sterminio.

Il pianista

Varsavia, anno 1939. La famiglia Szpilman, nella quale c’è il pianista Władysław, viene trasferita nel ghetto iniziando una vita di miseria, umiliazione, fame e morte: sopravvivere sembra una chimera. Władysław lavora come pianista finché iniziano le deportazioni: viene trattenuto nel ghetto da un soldato tedesco e rimane solo, costantemente a rischio uccisione. Sopravvissuto miracolosamente alla distruzione della città, Wladyslaw vaga solo tra le macerie alla ricerca di cibo, a un passo dalla morte.

Hannah Arendt

Il film ripercorre le vicende della teorica politica ebraico-tedesca Hannah Arendt che, nel 1961, si trasferisce a Gerusalemme per seguire, su incarico del New Yorker, il processo al funzionario nazista Adolf Eichmann. La donna resta sorpresa quando trova dinanzi a sé un uomo mediocre, anzichè un mostro: nasce la sua concezione di “banalità del male”, da cui è scaturito il relativo trattato.

La vita è bella

Il film ripercorre la storia di Guido e Dora, convolati a nozze dopo mille peripezie, e genitori del piccolo Giosuè. Guido, il bimbo e lo zio Eliseo vengono catturati e deportati in un lager seguiti da Dora, che pur non è ebrea: rivedrà i suoi cari solo di sfuggita, per un ultimo drammatico istante. Lo zio viene immediatamente destinato alla camera a gas. Guido cerca di rassicurare Giosuè e di non fargli comprendere la drammatica situazione che stanno vivendo, facendogli credere che stiano partecipando a un gioco a premi, con in palio un vero carro armato.

Durante l’ultimo eccidio dei soldati tedeschi nel corso della liberazione, Guido mette Giosuè in una cabina, ricordandogli di non uscire perchè stanno giocando a nascondino. Alla vista del carro armato, il piccolo Giosuè esce ed esclama l’emblematica frase: “Abbiamo vinto!”.

Il diario di Anna Frank

Anna Frank era una ragazzina con propri sogni e desideri quando è stata vittima dell’Olocausto. La sua vicenda è quella che incarna forse più di tutte la dicotomia fra orrore e quotidianità: nascosta con la sua famiglia in una soffitta di Amsterdam, Anna alterna gli attimi di terrore e insofferenza per l’impossibilità di uscire a momenti di normalità fatti di studio, amore, litigi con i genitori, ripensando a quando poteva essere libera di giocare. La vicenda avrà un finale tragico: l’unico sopravvissuto sarà il padre, Otto Frank. Ma il ricordo della famiglia e dei suoi ultimi anni di vita resta cristallizzato nelle parole di Anna e nei film che da quelle parole sono stati ispirati.

Un sacchetto di biglie

Un sacchetto di biglie narra la storia di due giovanissimi fratelli ebrei, Joseph e Maurice Joffo, che fuggono in tutta la Francia sotto l’occupazione tedesca al fine di raggiungere, finalmente, una zona libera e sicura. Si ratta di un film a “misura di bambino”, una pellicola per far capire anche ai più piccoli le atrocità della Seconda Guerra Mondiale ma sotto una chiave nuova e comprensibile anche per loro.

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