Caivano. Quanti bambini sono vittime di abusi con la connivenza e il silenzio degli adulti? Quanti casi come quelli di Fortuna Loffredo si creano e si consumano nell’indifferenza tra le mura domestiche?

Tanti, forse troppi. E molte volte i genitori sono completamente ignari di quello che sta accadendo. Eppure esistono degli indizi, almeno 10, che pur non costituendo certezza assoluta sull’esistenza di un abuso ai danni di un minore, possono aiutare il genitore a capire che un qualche disagio si sta manifestando, dettagli importanti da valutare sempre con il suporto di un valido specialista.

“I segnali, in gergo tecnico, vengono chiamati ‘indicatori'”, ha spiegato Giuseppe Maiolo a Vaniity Fair, psicoanalista, docente di Educazione alla sessualità alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bolzano e autore del libro ‘Attenti al lupo cattivo – Riconoscere l’abuso e proteggere i bambini’: “Questo vuol dire che non esistono prove certe, ma solo indicazioni, da interpretare sempre con molta attenzione e con l’aiuto di uno specialista. Nessuno di questi, se svincolato dal contesto, ha una validità assoluta”.

1) Un bambino vittima di abusi è un bambino confuso, che non conosce le parole per raccontare quello che sta vivendo. Più è piccolo e più è privo di strumenti per capire quello che gli accade. Però ogni bambino ha un codice personale per esprimere il suo dramma: prima di tutto il cambiamento, improvviso.

2) Questo cambiamento può  riguardare le sue funzioni biologiche più ordinarie: può iniziare a avere difficoltà a dormire in modo regolare o rifiutare il cibo. O, ancora, può cominciare ad avere strane paure.

3) Alcuni bambini mostrano cambiamenti di umore: passano da essere allegri e sereni a taciturni e depressi. Quelli più grandi, anche se fanno parte di un gruppetto di amici, possono cominciare a isolarsi e a rifiutare di vedere i compagni.

4) Possono dare segni di regressione alle fasi di sviluppo precedenti: ad esempio, possono tornare a bagnare il letto.

5) Alcuni bambini diventando o troppo aggressivi, in modo improvviso, oppure troppo buoni e remissivi.

6) Occhio ai disegni e al gioco: i piccoli che non esprimono a parole la loro rabbia possono avere l’impulso di disegnarla oppure raccontarla con giochi violenti sulle loro bambole e sui pupazzi.

7) Il disagio si può esprime anche seviziando gli animali domestici e provando un sottile piacere di fronte alla loro sofferenza.

8) A scuola possono essere meno concentrati e disinteressati a tutto e peggiorare il rendimento.

9) Qualcuno mostra atteggiamenti seduttivi con gli adulti oppure fa in modo di dimostrare di avere conoscenze precoci sulla sessualità degli adulti.

10) La violenza fisica lascia anche tracce visibili: il corpo racconta, ma gli adulti mettono in atto una specie di rimozione incredibile per nascondere a se stessi e agli altri ciò che sembra impossibile. Perché sembra impossibile che un bambino di pochi mesi, ad esempio, possa essere stato picchiato. Eppure è nel primo anno di vita che si compiono i gesti più violenti.

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