Momento toccante durante la puntata di ieri de “La vita in diretta”, trasmissione in onda su Rai1 e condotta da Alberto Matano: quest’ultimo ha commentato la vicenda della mancata approvazione del DDL Zan, raccontando il proprio dramma personale. Matano ha spiegato con grande commozione di essere stato vittima di aggressioni omofobe, facendo in questo modo coming out.

Le parole di Alberto Matano

Giornalista, autore e conduttore televisivo italiano, Matano è attualmente una delle figure di spicco di Ra1: ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, conduce il programma “La vita in diretta”, trasmissione che affronta svariati temi, da quelli più leggeri a quelli più attuali. Si è, pertanto, parlato in merito alla mancata approvazione del DDL Zan: dopo un servizio andato in onda, in cui vengono descritti diversi episodi di violenza omofoba accaduti in Italia negli anni, Matano si mostra in un lato molto più umano, abbandonando le sue vesti più professionali e confessandosi a cuore aperto.

«Vi devo dire – racconta – che storie come queste mi fanno particolarmente male perché è successo anche a me, quando ero adolescente, l’ho provato sulla mia pelle e quindi so cosa significa. E allora – continua – mi auguro che con l’aiuto di tutti su un tema così importante ci possa essere un supplemento di rifelessione, lo dobbiamo anche alle persone che abbiamo appena visto».

Il coming out

Una scelta coraggiosa di Matano, dettata dalla necessità di far comprendere all’opinione pubblica italiana quanto sia importante avere una legge sulla falsariga del DdL Zan: con le sue parole, Matano ha condiviso momenti critici della propria adolescenza, facendo un implicito coming out in diretta televisiva.

Bocciato il DDL Zan

Il DDL Zan, il disegno di legge contro l’omobitransfobia, è stato accantonato dal Senato: con 154 voti a favore, è stata approvata la richiesta di non esaminare la legge articolo per articolo e procedere a scrutinio segreto; il testo tornerà in commissione non prima di sei mesi.

Il disegno di legge Zan, che prende il nome dal suo creatore, il deputato del PD Alessandro Zan, prevede l’inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni verso omosessuali, transessuali, donne e disabili. Una proposta che ha acceso il dibattito pubblico in Italia e ha esacerbato le divisioni del parlamento e di tutto il mondo politico.

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