Da vecchio rudere a casa di accoglienza, la rinascita nella chiesa di San Matteo a Ponte Riccio

casa accoglienza don massimo

Un vecchio rudere abbandonato che ora è una casa di accoglienza. In queste quattro mura che si affiancano a quelle della parrocchia di San Matteo a Ponte Riccio ci sono storie difficili, uomini che hanno trovato il carcere lungo il loro percorso di vita, destini tormentati che nel loro cammino hanno incrociato quello di don Massimo Condidorio che ha offerto loro un tetto, un porto sicuro.

Oggi sono 4 gli uomini che vivono a casa Zaccheo. Non a caso è questo il nome scelto in quanto Zaccheo insegna che nonostante le difficoltà nella vita non è mai tutto perduto. Ognuno con la sua storia, il suo passato sta provando a integrarsi e interagire con la comunità di San Matteo.

C’è chi come Ojè dopo il carcere ora lavora come falegname e chi come Francesco, dopo aver dormito per mesi in macchina, si dà da fare al mercato. Tutti hanno però la certezza ora di avere un tetto, una casa vera che li accoglie e sono certi di poter trovare una parola di conforto.

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