E’ finito nella bufera Angelo Cefalo, medico del 118 di Taranto, che avrebbe urlato a un paziente affetto da Covid “Tra dieci minuti muori” per indurlo a mettere la maschera CPAP. Il paziente, purtroppo, è morto in giornata, scatenando le reazioni indignante dei familiari nei confronti del dottore.

Taranto, urla al paziente Covid: “Tra dieci minuti muori”. L’uomo è spirato in giornata

Dopo il caos scoppiato, Cefalo ha provato a giustificarsi. “Ho detto che se continuava così dopo dieci minuti sarebbe morto? Non ricordo bene l’esatta frase ma è stata mal interpretata. Dieci minuti perché io gli dovevo mettere comunque un po’ di timore a questo signore che continuava a dire di no, rifiutandosi di indossare la maschera”, ha spiegato il medico del 118 nel corso di una conferenza stampa in cui ha chiarito la sua posizione. “Non è che dopo dieci minuti è morto – ha proseguito -. Gli ho detto così per rinforzare quella che era in quel momento la mia disperazione da medico emergentista. Come sempre dice il nostro direttore, il nostro lavoro si basa non sui minuti ma sui secondi”.

La vittima a cui aveva rivolto questa frase è un uomo di 78 anni, ex poliziotto in pensione, Angelo Cortese. Angelo era ricoverato all’ospedale Moscati dove è morto. La mattina del 3 novembre gli avrebbe urlato la frase “Fra dieci minuti muori” perché il paziente si rifiutava di indossare la maschera Cpap e, a dire del medico, di collaborare col personale sanitario. Per una triste coincidenza, nel corso della stessa giornata l’anziano è deceduto e sua figlia Angela, avvocato di Martina Franca, ha denunciato l’accaduto sostenendo di aver subito una sorta di aggressione verbale da parte del medico con il quale aveva parlato al telefono. “Neanche un veterinario a un cane si rivolge così”, ha commentato la donna.

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