come distinguere la mandragora dagli spinaci

All’apparenza simili. Eppure l’una è tossica, gli altri no. Parliamo di due cugini: la mandragola e gli spinaci. Distinguerli, oggi che è scattato l’allarme in tutta la Campania per l’intossicazione di ben otto persone a Pozzuoli, è fondamentale. Foglie, odore e forma. Ad aiutarci a notare le differenze sono i botanici, le massime autorità in materia di piante.

Come distinguere la mandragora dagli spinaci e viceversa

Al Corriere della Sera ha parlato Alessio Bertolli, botanico e vice-direttore della fondazione del Museo civico di Rovereto. «Una persona non esperta potrebbe confondere molto facilmente per spinaci una pianta di mandragora: a prima vista, le foglie sono molto simili. Però, la mandragora è potentemente tossica, appartenendo alla famiglia delle solanaceae: la parte velenosa si trova sia nelle foglie che nelle radici».

C’è allarme soprattutto sugli effetti in caso di ingestione: «Esistono diverse tipologie di avvelenamento: da una lieve sonnolenza a difficoltà respiratorie, fino al coma o alla morte», risponde l’esperto. Eppure per distinguerla dagli spinaci e non incappare in un errore, basta osservare i dettagli: «Ha delle foglie basali prive di peli, e i suoi fiori non si sviluppano da un fusto (infatti, è detta: acaule, senza fusto) ma partono direttamente dal terreno. Però, è molto strano che in questo periodo sia sta confusa con gli spinaci: infatti, è proprio in autunno che la mandragora è più facilmente distinguibile, mostrandosi con fiori campanulati e bacche gialle», spiega il botanico.

Le differenze: foglie, picciolo, fiori e odore

Le foglie della mandragora sono verdi e carnose, simili a quelle degli spinaci, della borragine e della bietola selvatica. Sono però più “ruvide” rispetto a quelle degli spinaci e di colore tendenzialmente più scuro.  Durante il periodo della fioritura, produce anche fiori di un blu pallido. Le foglie oblunghe sono ovali e le radici spesse, spesso biforcute che – secondo le leggende popolari – assomigliano a volti umani, una caratteristica che ha alimentato mitologie e credenze popolari.  Altro elemento di differenza è il picciolo, cioè il gambo che permette l’ancoraggio della foglia al fusto della pianta. Quello della borragine ad esempio è tipicamente “spinascente”, cioè con piccole spine che nel raccoglierla producono dolore, una sensazione di fastidio. Il picciolo della mandragora è invece tipicamente liscio, simile per composizione a quello della bietola, pelosetto. Elemento di distinzione è anche l’odore: quello della mandragola è cattivo, quasi fetido. Gli spinaci, invece, hanno foglie quasi inodori.

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