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C’è un’altra parte di verità nell’aggressione al professore Enrico Morabito, il docente di Casavatore pestato sotto casa da cinque adulti. E’ di due giorni fa la notizia di una lettera inviata dai genitori della classe 1^ B dell’istituto Comprensivo “A. De Curtis” al dirigente scolastico e agli organi di stampa. Dalla missiva emergono accuse pesanti rivolte al docente che sconfessano in parte la ricostruzione da lui fornita in questi giorni dopo il pestaggio.

Casavatore, la lettera dei genitori contro il prof Morabito: “I bambini erano in lacrime”

“Abbiamo cresciuto i nostri figli trasmettendo l’importanza dei valori e dei diritti fondamentali che sorreggono la nostra democrazia – si legge nel documento -, tra cui il diritto allo studio e la libertà di pensiero, non perdendo mai di vista la verità ed il rispetto per il prossimo. Purtroppo, pur rimanendo convinti di quanto sopra detto, sin da subito ci siamo resi conto che gli eventi degli ultimi giorni hanno fatto del diritto di cronaca, strettamente legato al diritto di pensiero, un uso incauto ed in alcune circostanze sconsiderato”.

Il professore Morabito aveva parlato di una classe turbolenta, che lui aveva dovuto rimproverare e richiamare all’ordine. Questo avrebbe scatenato la reazione violenta di alcuni adulti che il giorno dopo si sono presentati sotto casa. I genitori, nella lettera, però, descrivono una realtà diversa. “L’atmosfera gioiosa dei primi due giorni di supplenza […]purtroppo è stata sostituita nel prosieguo di questi lunghi 5 giorni di supplenza da atteggiamenti per nulla rispondenti al ruolo di insegnante. Tali atteggiamenti, contrariamente a quanto sostenuto dal Prof. Morabito in tutte le testate giornalistiche e nelle varie ospitate televisive, hanno gettato i bambini in uno stato di prostrazione, disperazione e disorientamento”.

Secondo la ricostruzione fornita dalla missiva “i bambini, in quanto privati di qualsiasi punto di riferimento, nella giornata di giovedì 17 febbraio 2022, minacciati di essere sospesi, di essere divisi come classe, di subire un abbassamento dei voti con conseguente bocciatura ed infine minacciati di perdere le proprie amicizie scolastiche, sono sfociati in lacrime. I bambini, al posto della normale reazione umana di conforto ed incoraggiamento, hanno ricevuto solamente derisione e la conferma delle punizioni minacciate”.

La vicenda finisce in tribunale

“Nessuna possibilità di difesa e contraddittorio è stata concessa in questo Tribunale mediatico – lamentano i genitori – del quale per amore dei propri figli noi genitori abbiamo scelto di non esserne antagonisti. A distanza di sette giorni dall’accaduto noi genitori che per convinzione abbiamo affidato alla giustizia la risoluzione del caso, confidando nella punizione dei colpevoli [..]. A tutela dei nostri bambini e ritenendo che i processi debbano svolgersi nelle opportune sedi e non sui social ed in televisione, auspichiamo che, per amor di verità, il Prof. Morabito comprenda quanto sia importante far lavorare gli inquirenti con i consueti mezzi e non perseguendo i colpevoli sui mass media”.

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