racket casal di principe mozzarella

Si facevano pagare in mozzarelle e buste della spesa. E’ il nuovo pizzo che gli affiliati al clan dei Casalesi imponevano ai commercianti dell’hinterland aversano. E lo facevano millantando amicizie e legami con camorristi di grosso calibro, come il killer Giuseppe Setola, oggi in carcere.

Casal di Principe, racket a base di mozzarelle: dieci arresti

Tra i dieci arresti spicca il nome di Mario De Luca, 54 anni, già finito in passato in carcere per collusione con la cosca casalese. Lui, come gli altri 9, sono accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. A eseguire l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli i carabinieri di Casal di Principe all’alba di oggi.

Dalle indagini emergono le modalità con cui veniva imposto il racket. De Luca e gli altri indagati, con cadenza quasi quotidiana, si presentavano presso piccole attività commerciali – minimarket e caseifici – e chiedevano un “contributo” per i “carcerati” per conto di personaggi criminali di spessore come Setola. Anziché però pagare in contanti, i negozianti versavano le proprie quote sotto forma di derrate alimentari: pacchi di spesa o confezioni di mozzarella di bufala. Niente, ovviamente, andava ai detenuti.

Estorsioni nell’agro aversano

Sono almeno sei le estorsioni consumate tra Casal di Principe, Teverola, Frignano, San Cipriano d’Aversa, Marcianise e Castel Volturno, e nessuna delle vittime ha denunciato il racket che veniva imposto.

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