Roma. “Elder ci ha detto che aveva paura di essere strangolato, di essere oggetto di un’aggressione da parte di Cerciello quella notte, non sapeva che fosse un carabiniere”. Lo riferiscono gli avvocati Roberto Capra e Renato Borzone, legali di Finnegan Lee Elder, il ragazzo americano reo confesso dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.

La famiglia del giovane americano, intanto, ha fatto sapere da San Francisco, tramite un loro legale, di auspicare che “la verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa”.    “Abbiamo l’impressione che l’opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi”, ha letto l’avvocato Craig Peters davanti alla casa degli Elder a San Francisco.

Peters ha letto un breve comunicato davanti alla casa dei genitori di Finnegan Elder a San Francisco nel quale la famiglia esprime anche le sue condoglianze per la morte del militare.

“Continuiamo ad avere questa famiglia nei nostri pensieri e preghiamo per loro in questo difficile momento”, ha aggiunto illegale. Il comunicato è stato emesso dopo la visita del padre di Elder, Ethan, a Roma, dove ha fatto visita al figlio 19enne in carcere.

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