Affari e scambi di favore tra i Nuvoletta di Marano e la cupola siciliana che all’epoca faceva capo a Totò Riina. Lo racconta il pentito Enzo Salvatore Brusca, fratello di Giovanni e pentito di mafia, oltre che protagonista della stagione delle stragi di Corleone, che curò questo decennale asse.

Un’alleanza suggellata da numerosi scambi con uomini e armi che viaggiavano sull’asse Marano – Corleone, ma anche cannoli e prodotti tipici, a rafforzare ancora i rapporti. Regali che si interruppero poi bruscamente quando i rapporti si raffreddarono. Per Brusca quello fu il segnale della rottura definitiva. Rapporti tra Corleonesi e Nuvoletta che si raffreddarono con l’omicidio di Ciro, fratello di Lorenzo. Riina voleva che i maranesi si impegnassero nell’eliminazione dei nemici comuni, come Antonio Bardellino, ma i Nuvoletta non ci misero il piglio giusto, secondo il capo dei capi.

In tempi più recenti, quando non era ancora scoppiata la guerra nell’area nord, gli inquirenti individuarono un altro patto scellerato tra camorra e mafia, questa volta sull’asse Palermo – Secondigliano. Oggi, con un blitz che ha portato all’arresto di alcuni uomini legati al superlatitante Matteo Messina Denaro, si è scoperto che l’asse Marano – Sicilia è ancora molto solido. Ventuno gli arresti eseguiti da Carabinieri e Guardia di Finanza. Diverse le accuse, dall’associazione a delinquere di stampo mafioso all’esercizio abusivo delle attività di gioco e scommesse, e anche l’intestazione fittizia di beni. Alcuni uomini sarebbero vicini anche al clan Nuvoletta, a conferma di un’asse ancora molto solido.

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