Caivano. Il racconto di Bervicato:

Una confessione arrivata dopo tentativi di fuga, di inquinamento delle prove e di falsi alibi quella che Domenico Bervicato, accusato dell’omicidio di Antonio Natale, ha reso ai giudici dopo essere stato arrestato la scorsa settimana. “Sono stato io” ha detto chiaramente, cercando tuttavia di alleggerire la sua posizione con un racconto che non ha convinto gli inquirenti.

Caivano. Bervicato confessa l’omicidio: “Ho ucciso io Antonio Natale”

E’ il pomeriggio del 4 ottobre del 2021. Secondo quanto dichiarato dal presunto assassino, Bervicato e Natale vanno da Caivano a Napoli per fare shopping. Destinazione: via dei Mille. I due camminano armati, come sempre, perché Antonio Natale ha paura. Pochi mesi prima, infatti, sempre secondo questa ricostruzione, ha sparato a un ragazzo, senza ucciderlo, rifugiandosi poi in Germania dalla sorella. Ora ha paura di subire ritorsioni.

Durante il tragitto i due – che si conoscevano da circa 10 anni – si sarebbero anche fermati per assumere cocaina. Al ritorno da via dei Mille avviene la lite tra i due: Bervicato chiede infatti all’amico di saldare un debito. Si tratta di alcuni soldi ottenuti dall’attività di una piazza di spaccio gestita da Natale insieme agli stessi Bervicato. Alle sue insistenze, però, la vittima risponde che ha usato quel denaro per acquistare armi per entrambi. Armi che avrebbe poi nascosto in un terreno tra Caivano e Acerra.

La ricostruzione

Come riporta Internapoli, i due decidono quindi di recarsi lì, nel presunto nascondiglio, ma in evidente stato di agitazione – dovuto probabilmente al consumo di droga – Antonio inizia a schiaffeggiare Domenico e a puntargli contro la pistola. Tra i due scoppia una colluttazione, alla fine della quale è Domenico a prendere l’arma e a sparare all’amico uccidendolo mentre era ancora in auto. Una volta constatato che Antonio è morto, Domenico avrebbe quindi tirato fuori il corpo dalla vettura e lo avrebbe lasciato in quella campagna – in località Cinquevie – dove i carabinieri lo ritroveranno la sera del 18 ottobre, cioè dopo circa 15 giorni dal delitto.

Nel frattempo il caso aveva iniziato ad attirare grandi attenzioni mediatiche. Proprio per sfuggire ai riflettori, Bervicato ha raccontato di aver fatto un viaggio di 5 giorni a Nizza insieme alla moglie dopo essersi disfatto degli abiti dell’omicidio, dei telefonini e aver pulito l’auto. Le dichiarazioni dell’indagato contrastano però per i giudici sia con le sue stesse ricostruzioni, sia con quelle di persone a lui vicine. Dall’analisi del gps dell’autovettura non risulta infatti alcuna sosta in autostrada per assumere droga, come da lui dichiarato in un primo momento. Inoltre, le intercettazioni a disposizione dell’autorità giudiziaria sembrerebbero confermare altre incongruenze sulla dinamica e sulle condotte antecedenti e successive all’omicidio.

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