Maxi-truffa da 150 milioni di euro. 16 arresti tra Napoli, Aversa, Giugliano, Pozzuoli, Villaricca, Casavatore, Afragola e Melito. Tutti sono ritenuti responsabili di reati associativi finalizzati alla frode fiscale. Quattro sono destinatari della misura degli arresti domiciliari, altri dell’obbligo di dimora nel comune di residenza o dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Dominus dell’organizzazione era Renato De Luca, titolare della società di consulenza tributaria NDL SRL, 45 anni. Per lui sono scattati i domiciliari e un sequestro preventivo di quasi 19 milioni di euro. Usando conti correnti personali e quelli dei propri associati, compensava debiti tributari dei clienti con crediti fiscali inesistenti medianti modelli F24 trasmessi attraverso i servizi di home banking degli intermediari finanziari. Con lui Vincenzo Campolungo, commercialista 52enne residente a Melito, e impiegato presso una ditta specializzata in consulenza imprenditoriale con sede ad Aversa, la Tfc Professional SRL. Domiciliari anche per Luigi Campoluongo, 25 anni di Villaricca, che operava negli uffici di Parma della stessa società.

I domiciliari sono scattati pure per Guglielmo Di Guida, referente dell’Agenzia delle Entrate per il gruppo, 64 anni, destinatario altresì di un sequestro da 430mila euro. Dipendente dell’Agenzia delle Entrate, si sarebbe occupato di procacciare clienti. Divieto di dimora invece per Giuseppe Ferrieri, dipendente della TFC, collaboratore di Campoluongo, per Antony Accardo, di Calvizzano, destinatario tra l’altro di un sequestro preventivo da 3 milioni di euro.

Obbligo di dimora e sequestro da 2 milioni e 571mila euro per Rita Piscopo di Casalnuovo, e per Luciano De Rosa, residente a Centola (sequestro per lui da 9 milioni di euro). De Rosa è titolare di una società, la Desa SAS con sede a Santa Maria Capua Vetere, che avrebbe messo a disposizione di De Luca il proprio conto corrente per l’inoltro degli F24. Obbligo di dimora anche per Carmine Gragnaniello, di Giugliano, con sequestro da 262mila euro, titolare della ditta individuale “La Metallica” e accusato di aver messo a disposizione dello stesso De Luca conti correnti personali per la trasmissione dei modelli F24. Obblighi di dimora e sequestri infine per Gianluca Santonastasio (rappresentante legale della Meccanica Agnano SRL), Michelangelo Maffei (dipendente della NDL SRL), Salvatore Mayer (dipendente della NDL SRL), e per S. M. di Pozzuoli.

Gli ultimi obblighi di dimora infine sono stati disposti per L. M. di Giugliano, dipendente della NDL SRL e per Raffaele Rispoli di Casavatore. Il primo è stato anche destinatario di un sequestro preventivo di 2 milioni e 571mila euro mentre il secondo di un sequestro da 4 milioni e 100mila euro. Obbligo di presentazione infine per Carmine Garofalo, residente a Poggiomarino. Anche quest’ultimo avrebbe procacciato clienti a De Luca e avrebbe beneficiato di indebite compesanzioni.

L’indagine è stata avviata nel dicembre 2016 a seguito di un controllo nei confronti di una società di Napoli che produce apparecchi elettromedicali, la cui amministratrice ha dichiarato di essersi affidata ad un professionista di Aversa per risolvere le proprie pendenze fiscali. In molti casi, allo scopo di fornire una parvenza di legittimità ai crediti inesistenti utilizzati in compensazione e di ostacolare i controlli dell’Amministrazione finanziaria, i consulenti presentavano dichiarazioni fiscali integrative, relative a periodi d’imposta risalenti neltempo, indicandovi crediti tributari che i clienti non avevano maturato. Le compensazioni venivano poi effettuate attraverso modelli F24 che i consulenti presentavano direttamente in banca oppure attraverso i servizi di internet banking messi a disposizione dagli intermediari finanziari.

Sfruttando il fatto che i modelli F24 presentati con le suddette modalità sfuggivano ad uncontrollo immediato dell’Amministrazione finanziaria (diversamente da quanto accade per i modelli F24 presentati tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate), gli indagati erano soliti versare un solo centesimo di euro per ogni operazione fraudolenta. Le indagini hanno permesso di quantificare un’evasione fiscale di oltre 150 milioni di euro realizzata con l’invio di oltre 5.000 modelli F24 e un illecito profitto ottenuto dagli indagatidi oltre 18 milioni di euro, oggetto di sequestro preventivo. Agli oltre 500 contribuenti che hanno beneficiato delle indebite compensazioni, indipendentemente dai profili di responsabilità penale, saranno notificati accertamenti finalizzati al recupero delle imposte evase.

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