Napoli. Era uscito in vacanza-premio per cinque giorni, Pasquale Izzi, classe ’61. Avrebbe finito di scontare la sua pena a luglio e stamattina sarebbe rientrato nel carcere di Avellino, dove era detenuto. Ma qualcuno stamattina ha pensato di infliggergli una condanna più pesante: la condanna a morte. Proprio sotto casa.

Rapinatore seriale con diversi precedenti, Izzi non pare avesse legami con i clan della camorra locale. Eppure le modalità dell’agguato – dieci colpi esplosi in faccia – e la zona di influenza in cui si è consumato l’omicidio, a pochi passi dalla casa del boss Carlo Lo Russo, fanno pensare ad una matrice camorristica.

Del resto, eseguire un agguato in un quartiere controllato da un clan esclude che tutto si possa essere svolto senza il consenso dei capirione. Due uomini in sella a una moto, col volto coperto, ed armati di pistola, non potevano passare inosservati nella roccaforte dei Lo Russo.

Foto: Il Mattino

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