Avrebbe potuto essere famosa in tutto il mondo come “La Pompei della Preistoria”, invece l’insediamento abitativo dell’età del bronzo antico ritrovato ad Afragola durante i lavori per la stazione ad alta velocità – è stato coperto e distrutto per la realizzazione di una fogna. Circa una ventina le capanne ritrovate perché seppellite dall’eruzione del Vesuvio del II millennio A.C., quella nota come “eruzione delle pomici di Avellino”.  La stessa eruzione delle pomici ha portato al seppellimento – e quindi alla salvaguardia per migliaia di anni – del villaggio preistorico di Nola: ben più piccolo e mal conservato rispetto a quello di Afragola.

Il villaggio rappresenta un unicum – si legge nel documento della soprintendenza – sia per lo stato di conservazione sia per l’estensione. Eppure ora quei terreni sono abbandonati perché – per effetto dello stesso vincolo – non possono essere coltivati. Il risultato è degrado e abbandono.  Ma se ad Afragola la dove c’erano reperti di migliaia di anni fa oggi troviamo lavori non ancora finiti e immondizia, all’estero il villaggio è diventato oggetto di uno studio tradotto in più lingue. Recentemente pubblicato su prestigiose riviste internazionali.

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