tumori terra dei fuochi

Dopo anni di battaglie, arriva una conferma: tra rifiuti e leucemie c’è un possibile nesso causale o anche di concausa nella Terra dei Fuochi. A dirlo è l’Istituto superiore di Sanità in un rapporto stilato a seguito di lavori frutto di un accordo con la procura di Napoli nord.

C’è una relazione, dunque, secondo gli scienziati, tra la presenza di siti di rifiuti incontrollati sul territorio dei comuni delle province di Napoli e Caserta ricompresi nella cosiddetta Terra dei Fuochi, e l’insorgenza di alcune patologie, come il tumore alla mammella, l’asma, le varie forme di leucemie, le malformazioni congenite.

Tumori a Giugliano, Caivano e in Terra dei fuochi

La Procura di Napoli Nord stipulò nel giugno 2016 un accordo con l’Istituto Superiore di Sanità sul tema. Dalla nota si legge che è stata riscontrata una elevatissima densità di sorgenti di emissioni e rilasci di composti chimici pericolosi per la salute umana. “Seppure il fenomeno sembra essere diffuso nell’intera area, le popolazioni residenti in alcuni comuni esperiscono un rischio maggiore di esposizione ai contaminanti emessi/rilasciati da siti di smaltimento di rifiuti”.

Nella mappa dei comuni per rischio di esposizione a rifiuti, Giugliano e Caivano risultano in classe 4, quella cioè con il rischio più alto.

Nella relazione si legge che: “Dalle analisi sull’andamento del rischio sanitario in funzione dei valori dell’indicatore di rischio da rifiuti stimato per ogni Comune (Irc) all’interno dell’area indagata, è emerso un maggior rischio per alcune patologie nei comuni maggiormente impattati da siti di rifiuti. I risultati indicano in particolare che:

  • la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti (livello di rischio da rifiuti maggiore) rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti;
  • l’ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è significativamente più elevata, sia negli uomini che nelle donne, nei comuni maggiormente impattati dai rifiuti (terza e quarta classe dell’indicatore comunale di esposizione a rifiuti);
  • la prevalenza dei nati pretermine è significativamente più elevata nei comuni della seconda, terza e quarta classe dell’indicatore, rispetto alla prima;
  • la prevalenza di Malformazioni Congenite (MC), nel loro complesso, è significativamente più elevata nei comuni della Classe 4 dell’indicatore IRC (più impattati da rifiuti), rispetto alla prima. Nei comuni della classe 4 di IRC è maggiore anche la prevalenza delle MC dell’apparato urinario;
  • nella popolazione della classe di età tra 0 e 19 anni, l’incidenza di leucemie e i ricoverati per asma aumentano significativamente passando dai comuni della Classe 1 a quelli delle Classi successive di IRC, con il rischio maggiore nei comuni della Classe 4 (la più impattata dai rifiuti).

“Questi risultati – continua il rapporto – evidenziano nel complesso un possibile ruolo causale e/o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, comprese le combustioni, nell’insorgenza di queste malattie. Aver focalizzato le analisi a specifiche patologie che riconoscono tra i fattori di rischio l’esposizione ai rifiuti e/o a contaminanti da essi rilasciati, le cosiddette patologie a priori, rende più confidenti nel possibile ruolo causale o concausale delle esposizioni in studio. Inoltre, il territorio indagato può ritenersi abbastanza omogeneo, in termini di accesso alle cure e di stato socio-economico delle popolazioni, per cui si può ragionevolmente ritenere che i risultati delle analisi di regressione per classi di comuni di IRC, condotte all’interno dell’area in studio, siano al netto di questi fattori”.

“La raccolta e l’analisi dei dati sanitari delle diverse fonti informative accreditate disponibili ha permesso di fornire un quadro dello stato di salute nell’area in esame, evidenziando anche le situazioni locali che meritano specifiche attenzioni. Alcuni comuni, infatti, presentano eccessi di specifiche patologie in termini di mortalità, ospedalizzazione, incidenza dei tumori, prevalenza di malformazioni congenite e di nati pretermine o con basso peso. Per alcune patologie è stata evidenziata una correlazione con il rischio di esposizione a rifiuti. I risultati dell’indagine, resa possibile dalla collaborazione con gli enti e le istituzioni regionali, seppure non conclusivi, evidenziano l’urgenza di specifici interventi: bloccare qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento di rifiuti, bonificare i siti con rifiuti e le aree limitrofe che possono essere state interessate dai contaminanti rilasciati da questi siti; incentivare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti, attualmente già attivo in alcune aree della Regione Campania; attivare un piano di sorveglianza epidemiologica permanente delle popolazioni; implementare interventi di sanità pubblica in termini di prevenzione-diagnosi-terapia ed assistenza”.

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