Una diagnosi di papilloma virus alla gola, scoperto per caso, per visite di routine. Chiameremo il ragazzo M. per privacy, ma lei, la mamma, Sebastiana Gagliano, di Napoli, non ha perso tempo e con il supporto del suo medico ha proceduto con la biopsia che fortunatamente è risultata negativa. Ed ora? Il passaggio dovuto, secondo il consiglio del medico, sarebbe stato quello di procedere alla vaccinazione HPV. Ma lei ha dovuto fare i conti con la proceduta dettata dalla Regione Campania in materia di vaccini per il papilloma virus. Ed M. non rientra tra gli aventi diritto alla prestazione gratuita, sebbene ci sia una lesione. Il vaccino gratuito tocca infatti soltanto agli under 20 e ad alcune categorie fragili, tra cui omosessuali e bisessuali.

“Assurdo che allo sportello abbiano suggerito a M. di certificare un’omosessualità così da godere di un servizio sanitario di cui dovrebbe godere chiunque abbia bisogno. Non ci può essere una discriminazione. Cosa deve fare mio figlio? Sviluppare un cancro alla gola per ricevere assistenza?”, si sfoga Sebastiana. La donna contatta la nostra redazione per chiedere un supporto, per sfogo, per far arrivare all’ente regione il suo appello. Si tratta di cifre importanti e lei, sola, si chiede perché il figlio 20enne non può accedere alla vaccinazione gratuita e debba ricorrere a quella a pagamento (82 euro a dose per tre sedute). Un appello, quello di Sebastiana, affinché le cose cambino e non vi sia una sorta di discriminazione e il sistema diventi più accogliente per chi ne ha bisogno.







