Acerra, Giugliano, Parete, Caivano, Caserta. Ma anche Teano e Calvi Risorta. La Terra dei Fuochi continua a bruciare e nonostante la sentenza della CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) che ha condannato l’Italia lo scorso 30 gennaio ad attuare una strategia globale di contrasto alle problematiche ambientali che affliggono la Campania, la soluzione è ancora lontanissima. E ha un prezzo: due miliardi e mezzo di euro.
Servizio Report, la Terra dei Fuochi continua a bruciare: servono 2 miliardi e mezzo
A fotografare la situazione è Report, che nella puntata andata in onda ieri su Rai 3, 2 novembre, ha ricostruito, tassello dopo tassello, il quadro attuale della Terra dei Fuochi. Intervistato, il commissario straordinario alle bonifiche, il generale Giuseppe Vadalà, nominato dopo la sentenza della CEDU, ha snocciolato numeri impietosi: sono appena 60 i milioni stanziati dall’attuale Governo, a fronte di circa 2 miliardi e mezzo necessari per le bonifiche, così come stimato nella relazione redatta dallo stesso generale.

Degli attuali fondi a disposizione, 30 milioni saranno usati per rimuovere e smaltire i rifiuti in superficie e altri 30 milioni per la caratterizzazione dei siti da bonificare. Questi ultimi sono 293, di cui 81 di competenza pubblica. I più importanti includono l’area vasta di Giugliano e la discarica Lo Uttaro. “Serviranno dieci anni almeno, e oltre”, fa sapere Vadalà. Tempi lunghissimi, mentre comitati civici e residenti continuano a lamentare le condizioni di degrado in cui versa in territorio, tra rifiuti abbandonati e combusti e nuove discariche abusive che infestano l’area a nord di Napoli e l’agro aversano.






