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Roghi tossici tra Giugliano, Acerra, Vesuvio e Pozzuoli: ecco cosa finisce nei nostri polmoni

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Una morte invisibile e silenziosa, che viaggia attraverso l’aria. Fumi e polveri sottili che spesso sfuggono alla percezione dell’occhio, ma che finiscono dritto nei nostri polmoni.

Partiamo da un dato: il limite massimo di Pm10 (polveri sottili) consentito dalla legge, ed entro il quale la salute di una persona non rischia conseguenze, è quello di 40 microgrammi per metro cubo d’aria. Una soglia che in questi giorni è stata sforata più volte, e in più punti della Campania, come hanno rivelato le 17 centraline dell’ARPAC dislocate tra Napoli e Caserta.

A Pozzuoli i valori di Pm10 sono schizzati oltre 75 microgrammi per metro cubo la notte di domenica. Allarmante la situazione nei paesi vesuviani: il laboratorio mobile dell’Agenzia dell’Ambiente, installato a San Sebastiano al Vesuvio, ha mostrato un aumento della concetrazione di No e No2 (biossido di azoto) fino a 141 microgrammi per metro cubo d’aria. Veleni killer sprigionati dall’incendio nel Parco nazionale respirati da migliaia di persone.

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Male anche la Terra dei Fuochi. Acerra, nei giorni scorsi, ha toccato quota 71 microgrammi. Giugliano, nella notte dell’11 luglio, quando centinaia di residenti di Villaricca, Marano, Mugnano e Qualiano furono costretti a barricarsi in casa per un rogo tossico scoppiato a Calvizzano, si raggiunse il valore choc di 122 microgrammi per metro cubo d’aria.

Le conseguenze per la salute? impossibili quantificarle. I sintomi immediati vanno dall’irritazione delle vie respiratorie, bronchite e asma, a riduzioni delle funzionalità polmonari. Ciò che spaventa sono gli effetti a lungo termine (insorgenza di neoplasie, edemi, polmoniti), che richiederebbero attività di rilevazione e di monitoraggio capillari su tutto il territorio.

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