Il Napoli pareggia a Bergamo con l’Atalanta nonostante una grande prestazione e la superiorità numerica. Un match dominato sotto tutti i punti di vista, che regala un nuovo record al Napoli perché il 75,7% di possesso palla fatto registrare nel match, in questa nazione non si era mai visto. Purtroppo però questo record frutta solo un punto, a causa dei soliti errori, quelli di Higuain, dal dischetto, che comunque non va colpevolizzato visto che i rigori li sbaglia soli chi ha il coraggio di tirarli, come diceva Maradona che oggi compie gli anni, oppure come quelli di Albiol, che si dimentica la marcatura e come un bambino alla prima esperienza insegue inutilmente la palla che svolazza per il campo. In tutto questo non ci si può dimenticare dell’errore contro natura di Callejon. Ci si chiede ancora come sia possibile che quella palla sia uscita sorvolando la traversa.

 

E’ stata una serata stregata sotto porta, che ha elevato Sportiello ad uno dei maggiori prospetti italiani nel ruolo di portiere vista la reattività, la leadership e la prontezza dimostrata. Il Napoli ha occasioni a raffica, tutte vanificate dall’ex estremo difensore del Carpi, poi al solito, alla prima, ed ultima occasione l’Atalanata ha segnato. A punire gli azzurri l’ex Denis, dopo una triangolazione con Raimondi. Sesto goal del Tanque contro gli azzurri, una bestia nera.

 

Il Napoli continua imperterrito a fare la sua mole di gioco ma l’Atalanta resiste ed attua un gioco molto maschio. Il pareggio arriva su una gran giocata di Insigne, subentrato ad Hamsik e tra i migliori in campo, che cede palla ad Higuain. L’argentino è spalle alla porta ma per uno come lui nulla è impossibile, si gira e piazza la palla nell’angolino. E’ 1-1, con l’Atalanta in 10 e l’inerzia a favore della squadra di Benitez.

 

Nel recupero Zapata, subentrato a Ghoulam, viene atterrato in area, è rigore netto. Sul dischetto si presenta Higuain che sbaglia tutto. La faccia, prima del penalty, era già tutta un programma, dopo peggio perché Gonzalo esce in lacrime dal campo, consapevole del suo errore.
Il Napoli vive un momento misticamente disneyano in cui gli azzurri sono Paperino, con i propri problemi, le proprie sfortune e la consapevolezza di essere in potenziale più forte degli altri, mentre tutti gli avversari si trasformano in Gastone, un personaggio pigro e fortunato, che non fa nulla per guadagnarsi la propria fortuna, consapevole del fatto che prima o poi un malcapitato perderà un portafoglio, o sbaglierà una diagonale difensiva.

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