Se si mette la punta del compasso su Napoli e si calcola il raggio d’azione che dal primo gennaio del 2015 vedrà impegnato il sindaco della Città metropolitana, si arriva a 70 chilometri di profondità e una popolazione di 3,3 milioni. Confini, dunque, che si estendono fino a 70 chilometri rispetto al capoluogo.
L’effetto del taglio delle Province su Napoli, meramente quantitativo, è questo. Sul fronte politico e amministrativo si tratterà invece di gestire 92 Comuni come se fosse uno solo. Problemi moltiplicati per tre, quattro e anche di più. Si pensi solo alla questione rifiuti o alle scuole oppure all’ambiente.

«Esclusa Roma Capitale, Napoli sarà la più grande città metropolitana. L’asse Napoli-governo si deve consolidare e siamo fiduciosi – dice il sindaco di Napoli Luigi de Magistris che dalla sede Anci di Roma ha vissuto il varo della legge in diretta – Il premier Renzi conosce bene la situazione di Napoli e anche l’interlocuzione avuta con il sottosegretario Graziano Delrio. La questione di Napoli è ben conosciuta dal governo ed è strategica per il paese e per il Mezzogiorno. Questa riforma è storica ed incide sulla vita dei cittadini».

Parole che danno l’idea di un de Magistris consapevole di ciò che lo attende, tanto da far suonare già il campanello d’allarme in quel di Palazzo Chigi. Perché a legge vigente i sindaci dei Comuni capoluogo saranno anche quelli della Città metropolitana. Gli uscenti cosa dicono? Antonio Pentangelo avrebbe la scadenza naturale a maggio, il paradosso è che la legge gli ha allungato la vita amministrativa da presidente della Provincia di Napoli per altri 8 mesi. «Vuole sapere cosa penso? Noi restiamo al nostro posto siamo uomini delle istituzioni. Però mi lasci dire che se Fassino dice di lavorare 16 ore per Torino e pensa di mettersi un buon vice, questo significa che le città metropolitane saranno amministrate da vice».

Pentangelo, segretario provinciale di Forza Italia è deluso anche da politico. «Mentre si parla di riconcedere le preferenze quando si va al voto e sembra che Berlusconi non le voglia, il buon Renzi le preferenze le toglie alle Province». Poi conclude: «Oggi l’onorevole Brunetta alla Camera ha giustamente gridato al golpe perché in nome di un falso segnale da dare all’opinione pubblica è stata presa letteralmente a schiaffi la Costituzione, e credo che di qui a breve da più fronti partiranno ricorsi al Tar riguardo a molti punti di questa legge-pasticcio». Andiamo nel dettaglio: quali sono le funzioni future del sindaco della Città metropolitana? Intanto entro i prossimi 9 mesi, nel caso di Napoli bisognerà indire le elezioni dei consiglieri metropolitani, i quali a loro volta si dovranno scegliere chi li dovrà rappresentare. Nel frattempo, i super-sindaci che sta costruendo a tavolino Renzi, potrebbero avere incassato un’altra incombenza, quella di rappresentanti delle città nel nuovo Senato non più elettivo perché con la riforma si rompe lo schema del bicamerilismo perfetto. Le funzioni dei nuovi organismi, previsti in Costituzione e mai attuati, saranno estesi ad ambiente, edilizia scolastica, urbanistica, trasporti, strade, tanto per citare quelli più importanti. Ogni decisione presa in questi ambiti peserà sul futuro di milioni di persone. A parziale consolazione, la Provincia di Napoli è l’unica d’Italia che lascia un tesoretto in eredità: 130 milioni. Comunque una goccia nel mare dei problemi che attanagliano oltre 3 milioni di cittadini. Senza calcolare quelli dei napoletani, un altro milione di persone.

 

Fonte: Il Mattino

continua a leggere su Teleclubitalia.it
resta sempre aggiornato con il nostro canale WhatsApp
Banner tv77 Finearticolo