L’ordinanza di arresto per Madonia Francesco, Mercurio Arcangelo, Carta Giovannantonio è Iazzetta Raffaele è piena di particolari scabrosi. I quattro avevano messo su un sistema ben consolidato, fatto di soprusi e rapine a danno di prostitute. A raccontarlo sono le stesse donne, vittime, non solo di rapine, ma di violenze sessuali.

In un  caso una delle vittime racconta di aver visto salire in casa come una furia un uomo che per entrare le aveva mostrato una paletta simile a quella dei carabinieri. “Appena visto che non vi erano uomini – racconta  – si dirigeva alla porta per far entrare altre due persone. Una volta entrati in casa i 3 iniziavano a simulare un controllo di polizia portandomi in un’altra stanza mentre la mia amica rimaneva nella sua stanza. All’interno di questa camere 2 dei tre iniziavano a spogliarmi. Alle mie resistenze – continua drammaticamente la donna – uno dei due estraeva la pistola e mi costringeva a mettermi in posizione tale da poter essere sodomizzata, anche se non ci riusciva. Contestualmente altro complice mi obbligava ad un rapporto orale. Il tutto sempre sotto minaccia di pistola. Dopo aver soddisfatto i loro istinti entrava in camere il primo dei tre soggetti che mi obbligava ad un rapporto orale”.

Questo l’altro racconto: “Mentre gli altri due malviventi rovistavano nella camera, il ragazzo con il cappellino si avvicinava a me, sempre con la pistola in mano, e abbassatosi i pantaloni, mi costringeva ad avere un rapporto sessuale completo, mentre, al tempo stesso mi invitava a non piangere. Finito tale rapporto con lui, si avvicinava un altro ragazzo, il quale mi costringeva a fare altrettanto con lui. Concluso tutto, i tre malviventi ci costringevano ad andare nel bagno della camera da letto e li ci chiudevano dentro.  Terminata la violenza prendevano una busta di plastica all’interno della quale mettevano buona parte dei miei effetti personali consistenti in due anelli d’oro, una catenina d’oro, un iphone e altri oggetti”.  Dopo aver razziato tutto le due donne vengono legate con nastro adesivo.

I racconti proseguono con altri particolari.  I fatti tra Varcaturo, Licola, Capodimonte e Poggioreale.  Le donne hanno non solo denunciato ma riconosciuto uno ad uno i loro aggressori assicurandoli alla giustizia.

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