decreto sostegni bis

Nuovo scostamento di bilancio si appresta a varare il Consiglio dei ministri per finanziare il decreto legge sostegni bis. Dovrebbe ammontare a 40 miliardi, di cui, 10 miliardi andrebbero a ‘coprire’ due mesi di ristori per le imprese – tra queste bar, ristoranti, palestre ecc. – costrette a chiudere i battenti o a limitare le attività per la stretta anti-Covid.

Nei 40 miliardi che il governo dovrà farsi autorizzare dalle Camere sono poi compresi una quota di costi fissi, come affitti e bollette, nonché il rinvio di alcune tasse e misure di liquidità per le imprese.

Nuovo decreto, soldi alle imprese

Se nel decreto di marzo lo Stato si era fatto carico in percentuale delle perdite subite in un unico mese, questa volta le mensilità “indennizzate” saranno due. Il meccanismo dovrebbe restare lo stesso del vecchio provvedimento: indennizzi erogati dall’Agenzia delle Entrate a imprese e partite Iva che hanno perso almeno il 30% del fatturato nel 2020 rispetto al 2019. Fino a 100 mila euro di fatturato il ristoro sarà del 60% della perdita mensile. Man mano che il fatturato aumenta il ristoro si riduce, fino ad arrivare al 10% per le imprese che fatturano da 5 a 10 milioni.

Il decreto sostegni bis dovrebbe prevedere nuovi ristori per chi sta beneficiando degli indennizzi del primo decreto, ma con un importo doppio rispetto a quelli in corso di erogazione. In sostanza, se una partita Iva ha preso 2.500 euro col primo provvedimento, ne prenderà 5mila col secondo.

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A questi indennizzi dovrebbero infatti essere destinati circa 20-22 miliardi rispetto agli 11 stanziati dal primo decreto. Allo studio anche la proroga delle moratorie sui prestiti, la sospensione di Imu e Tosap, ristori parametrati sui costi fissi e decontribuzione sulle assunzioni. La Stampa parla dell’ipotesi di destinare 1 miliardo agli sgravi per le assunzioni di giovani, lavoratori in cassa integrazione o percettori del reddito di cittadinanza.

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