Falsificavano i dati della pandemia per impedire le chiusure ed evitare la zona rossa. E’ con questa accusa i carabinieri del Nas di Palermo e del Comando Provinciale di Trapani stanno eseguendo un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di alcuni appartenenti al Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (Dasoe) dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana. Dovranno rispondere di falso materiale ed ideologico in concorso.

Sicilia, falsificavano i dati della pandemia per evitare la zona rossa

Sono avrebbero alterato i dati diretti all’Istituto Superiore della Sanità, come numero dei positivi e dei tamponi, o Rt (l’indice di trasmissibilità).  A finire in manette un dirigente del dipartimento della Sanità, Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato Emilio Madonia. In più occasioni, secondo l’accusa, avrebbero modificato i dati sulla basei dei quali poi sono stai adottati i provvedimenti successivi che miravano al contenimento della diffusione del virus. A eseguirelLa misura cautelare, disposta dal gip del tribunale di Trapani, sono stati i carabinieri del Comando provinciale e del Nas di Palermo.

Indagato anche l’assessore

Tra gli indagati c’è anche l’assessore alla Salute della Sicilia, Ruggero Razza. Razza è accusato di falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale. Nei suoi confronti, tuttavia, “non emerge ancora compendio investigativo grave”. L’indagine si basa su intercettazioni effettuate lo scorso anno in piena pandemia dalle quali risulterebbe l’intenzione di mascherare i dati reali sui contagi da Coronavirus molto più alti di quelli comunicati all’Istituto Superiore di Sanità. In questo modo sarebbe stata messa a repentaglio la salute pubblica.

Il Gip di Trapani parla di «disegno politico scellerato». Positivi e decessi venivano «spalmati» nel tempo per evitare, secondo gli inquirenti, che la Sicilia fosse messa in zona rossa. “Sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci, che pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite”, scrive il gip. Oltre ai tre ai domiciliari sarebbero indagati il vice capo di gabinetto dell’assessorato Ferdinando Croce e il dirigente Mario Palermo.

Le intercettazioni

“Spalmiamoli un poco…” Così l’assessore alla Salute Ruggero Razza diceva alla dirigente regionale che avrebbe dovuto comunicare i dati dei decessi per Covid in Sicilia all’Istituto Superiore di Sanità. “I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?”, chiede lei non sapendo di essere intercettata. “Ma sono veri?”, chiede Razza. “Si, solo che sono di 3 giorni fa”, risponde. E Razza dà l’ok: “Spalmiamoli un poco”. La dirigente prosegue: “Ah, ok allora oggi gliene do uno e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri… quelli di Ragusa, Ragusa 5! E questi 6 al San Marco sono di ieri.. perché ieri il San Marco ne aveva avuti ieri altri 5 del giorno prima, in pratica. Va bene?” “Ok”, risponde l’assessore Razza. In tutto gli indagati sono 7.

“Letizia è inutile che facciamo stare in piedi sacchi vuoti… c’è stata una gravissima sottovalutazione e il dato finale di questa sottovalutazione di questa gravissima sottovalutazione è scritto in quegli indicatori, poi secondo me sono sbagliati perché mettono sullo stesso piano indicazioni diverse, però come avrai visto ci sono dei dati dove noi comunichiamo zero! … E chissà da quanto! “. Così l’assessore regionale alla Sanità siciliana Ruggero Razza parlava, non sapendo di essere intercettato, con la dirigente regionale Letizia Di Liberti dei dati sulla pandemia comunicati all’Iss.

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