scuola luglio

Il calendario scolastico potrebbe essere stravolto a causa del Covid. Le lezioni a distanza di orari ridotti, partenze rinviate in alcuni casi anche di due settimane, alunni che restano indietro causa dad. Questi sono solo alcuni dei motivi per cui la ministra Azzolina valuta di prolungare le lezioni a scuola in estate e il sabato.

Per recuperare le lezioni perse, infatti, si potrà posticipare l’ultimo giorno di lezione, restando quindi in classe anche in piena estate. L’ipotesi a cui si sta lavorando è quella di restare a scuola fino al 30 giugno.

A scuola in estate

Sono tanti gli istituti che hanno dovuto chiudere temporaneamente per quarantene e sanificazioni mentre altri hanno dovuto adottare le lezioni da 45 minuti per garantire la turnazione dei docenti riducendo comunque la presenza. Un calendario e un orario dettati, quindi, dall’emergenza sanitaria. E allora sarà così anche per l’ultima campanella.

La scuola potrebbe, infatti, andare avanti anche nel periodo estivo proprio per recuperare le giornate di scuola perse fino ad ora e quelle che potrebbero saltare da qui alla prossima estate. Non si sa infatti gennaio come sarà anche se tutti auspicano il ritorno in aula per tutti gli studenti in Italia.

“Potrebbe essere possibile – ha confermato la ministra all’istruzione Lucia Azzolina, ieri, a l’Aria di domenica su La7 – lo abbiamo proposto alle Regioni, perché saranno loro a dover decidere. Certo, dobbiamo pensare alle strutture che abbiamo: ad agosto non si può fare scuola ma a giugno sì”.

L’altra ipotesi al vaglio è quella di tenere aperte le scuole anche il sabato, ha assicurato la ministra, come già avviene in molti istituti, ma non la domenica: si andrebbe contro le abitudini famigliari. Ma in questo caso la scelta di allungare la settimana spetta alla singola scuola che, autonomamente, decide in base alle necessità. Ma a livello nazionale l’idea è di allungare l’anno scolastico per recuperare le lezioni perse, fermo restando che l’emergenza Covid permetta di fare progetti a lungo termine. Dovrà partire ora un confronto con le Regioni e i sindacati.

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