In molti lo invocano. Persino i commercianti: il lockdown ora per salvare le festività natalizie e lo shopping. Ma secondo alcuni esperti potrebbe essere già tardi. Lo dicono in Campania alcuni esperti, come Alessandro Perrella, dirigente di malattie infettive al’ospedale Cardarelli. La seconda ondata si sta rivelando un fiume in piena difficile da contenere. E limitare ora la mobilità dei cittadini o imporre una nuova chiusura generalizzata delle attività commerciali potrebbe non bastare a riaprire in sicurezza tra un mese.

Napoli, gli esperti: “Lockdown ora? Forse troppo tardi per salvare il Natale”

“Avrebbe dovuto scattare 10-15 giorni fa”, dice Perrella a Il Mattino, riferendosi al lockdown alla francese. L’esperto ha messo a punto il sistema informatico che da mesi consente di elaborare proiezioni e previsioni. Quelle degli ultimi tempi sono scoraggianti. “Chiudere la Campania ora non ha senso. Occorre fare lo stesso nel resto d’Italia”. Cita a mo’ di esempio la Lombardia, dove la gente, spostandosi, porta il virus “lì dove ci sono meno casi”.

L’esperto aggiunge che il picco non è ancora arrivato così come non è detto che si possa salvare il Natale adottando ora le misure più drastiche come il lockdown. Per avere contezza dell’impatto delle ultime misure del Governo sulla curva epidemica bisognerebbe aspettare metà novemnbre. “Un po’ troppo avanti”, ragiona Perrella. “Ritengo però sia importante vedere cosa sta accadendo in Europa piuttosto che manifestare. Questo scenario è sfuggito a molti”.

Aperture e chiusure: il modello dello stop&Go

Sulla stessa lunghezza d’onda Rodolfo Conenna, direttore sanitario dell’azienda dei Colli. “La speranza è che gli ultimi provvedimenti diano qualche risultato. Se non bastano le limitazioni attuali è chiaro però che diventa indispensabile uno sforzo ulteriore”, dichiara il medico a Il Mattino. Conenna specifica ovviamente che, in caso di chiusure, non bisognerebbe trascurare “gli aiuti economici per le categorie più colpite”.

Uno degli scenari eventuali presi in considerazione dal Comitato Tecnico Scientifico, dai virologi e dagli epidemiologi, in attesa dell’arrivo del vaccino, è la tecina dello “stop&Go”. Aperture parziali seguite da chiusure. Un metodo de genere “consentirebbe di controllare la curva epidemiologica e una liberalizzazione periodica delle attività”. Difficile misurare di volta in volta l’efficacia delle misure. “Ma di certo – aggiunge Conenna -, fermarsi può consentire di riprendere fiato nelle strutture sanitarie ormai piene». Si tratta, tuttavia, di «decisioni politiche, che fino a un certo punto possono essere assistite dal sapere tecnico”.

Pessimista anche Salvatore Panico, epidemiologo della Federico II: “Tempo dieci giorni e il lockdown si farà comunque, a meno che non avvenga un miracolo con le misure del DPCM”.  Quindi  “sarebbe meglio chiudere tutto, da inizio novembre e per quattro settimane, in modo da poter sperare di poter avere una certa libertà di movimento, sempre controllata, durante le feste di Natale. Ma non sarà facile”.

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