Si muovono forze dell’ordine e procura sul voto di Giugliano. I magistrati di Napoli Nord hanno aperto infatti un fascicolo sulla presunta compravendita di voti alle ultime amministrative. Inchiesta coperta dal massimo riserbo al momento e che sarebbe ancora in una fase preliminare.

Giugliano, aperta inchiesta sulla compravendita di voti

Gli inquirenti vogliono però vederci chiaro su cosa accaduto in campagna elettorale e durante le votazioni del primo turno e del ballottaggio. Un dossier dovuto dopo i diversi casi sospetti denunciati anche da alcuni candidati prima e durante il voto. Si muovono sia carabinieri che polizia per fare luce sull’ombra della compravendita che ritorna anche sulle ultime comunali. Un’indagine sarebbe stata aperta anche 5 anni fa ma archiviata senza particolari esiti. Pure quest’anno sono stati segnalati movimenti sospetti dinanzi ad alcuni seggi, dal centro alla fascia costiera.

A lanciare appelli alla trasparenza ed alla regolarità della competizione elettorale sono stati diversi candidati, tra i quali il sindaco Nicola Pirozzi (poi uscito vittorioso dal ballottaggio). Ma anche il primo cittadino uscente Antonio Poziello ed il candidato del centrodestra Giuseppe Pietro Maisto.

“La mia coalizione ed io personalmente, – disse a fine agosto l’attuale fascia tricolore – siamo in campo non solo per combattere il voto di scambio (prima o poi anche qui verrà finalmente fuori chi ricorre e utilizza queste pratiche) ma combatteremo sempre anche lo scambio elettorale politico-mafioso, sperando che presto Prefettura e Procura possano scoprire quella zona d’ombra di collusioni e interessi che da troppo tempo tiene in ostaggio i nostri territori. Il vero voto di scambio – aggiunse Pirozzi – fa riferimento al triplice filo che lega gli imprenditori legati alla camorra, gli interessi speculativi sul territorio e la perversa logica del reperimento del consenso”.

Persona fermata e poi rilasciata

Il 20 settembre, nel primo giorno di votazioni, Maisto denunciò invece alla polizia di stato movimenti sospetti all’esterno del seggio di via Pigna a Casacelle. Gli agenti fermarono una persona che poi rilasciarono per mancanze di prove. La sera stessa di quella domenica, fece scalpore poi la foto della scheda sbarrata pubblicata da una candidata al consiglio su Instagram, e le seguenti dichiarazioni in radio su buste della spese in cambio di preferenze.

Nella settimana precedente al ballottaggio, l’ex sindaco Poziello poi tuonò da piazza Gramsci: “Il voto di scambio da queste parti è un mestiere che alcuni esercitano con leggiadria mai vista. Il voto di scambio è la busta della spesa che esce dai supermercati con 20 euro dentro perchè 20 euro di spesa non bastavano, è la rosa con 50 euro all’interno” disse durante un evento di Europa Verde.

Dichiarazioni forti arrivate dalle forze politiche in campo ed altre segnalazioni che gli investigatori ovviamente non potevano ignorare. La Procura ha già ascoltato alcuni candidati ad Aversa e proseguono gli accertamenti delle forze dell’ordine per capire se realmente il voto a Giugliano sia stato inquinato da comportamenti illegali. Tutta la politica giuglianese è finita sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori.

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