Nell’estate appena passata Andrea Pirlo è subentrato a Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus non senza perplessità. Soprattutto perché, nonostante sia stato senza dubbio un ottimo giocatore, Pirlo non aveva mai diretto nessuna seduta d’allenamento, neppure a livello giovanile.

Ma la società è stata decisa ed ha puntato tutto su di lui facendo leva sulla sua più che buona reputazione all’interno dello spogliatoio, soprattutto tra i senatori della squadra e sulla recente “moda” di puntare su allenatori giovani con un buon passato da giocatori, come afferma anche Ariedo Braida in questa intervista all’Insider.

Dopo la prima sfida sul campo disputata lo scorso finesettimana contro la Sampdoria, terminata con una vittoria netta per 3-0 in favore dei bianconeri, possiamo iniziare a tracciare alcune linee per quanto riguarda il gioco del neo allenatore della Vecchia Signora.

Buona la prima, ma non troppo

Nonostante la Juve abbia battuto nettamente la Sampdoria nell’esordio casalingo del campionato, come abbiamo detto, si è notata comunque una certa sofferenza della squadra ad inizio ripresa, quando mister Ranieri ha ridisegnato la squadra blucerchiata mettendo più qualità ed esperienza in campo (Gaston Ramirez e Quagliarella davanti; Yoshida per Tonelli in difesa). Stessa sofferenza che si è notata anche nel finale di gara, quando il risultato stava ancora sul 2-0 e tutto era ancora possibile.

Infatti, una volta rientrati in campo dopo l’intervallo, i bianconeri sembravano non riuscire a tenere palla facilmente ed hanno commesso qualche errore di troppo. Inoltre, sul finale, quando la formazione guidata da Pirlo sembra ormai avere la vittoria in tasca, il neo allenatore è riuscito a complicare le cose con i cambi: ha inserito Demiral al posto di Chiellini. Con questo cambio la difesa ha perso concentrazione e coesione permettendo alla Sampdoria di approfittarsi di questa situazione. I blucerchiati, infatti, sono stati davvero vicini alla rete a causa di una deviazione di Bonucci su colpo di testa di Ekdal.

Si è trattato di un errore banale, dovuto soprattutto alla sua praticamente inesistente esperienza da allenatore. Pirlo resta un fuoriclasse in campo, ma a livello manageriale non ha idea di cosa significhi gestire una partita: non sa cosa sia il cosa sia il mestiere del tecnico. In primo luogo perché quello dell’allenatore è un lavoro ovviamente diverso dal quello del giocatore. Secondariamente, perché al momento lui produce pura teoria.

In questo caso, però, a suo vantaggio ci sono i giocatori i quali non gli sono affatto contro com’è stato per il suo predecessore. E così diventa piacevole vedere Ramsey che gioca ad un livello mai visto prima ed un Rabiot decisamente dominante sia nei contrasti che nella distribuzione della palla.
In aggiunto a questo, Danilo non era mai stato così in partita, sia attento che propositivo. E’ proprio per questi motivi che nelle scommesse calcio, la Juventus risulta ancora la squadra favorita per la vittoria dello scudetto, nonostante l’ardito cambiamento sulla panchina.

Le somiglianze con il passato

Pirlo si è proposto, dunque, come un allenatore moderno, rivoluzionario, ma la Juventus che abbiamo visto in campo non è stata tanto innovativa come promesso.
Si è potuto notare che la Juventus ha impostato a tre, ma si è sempre difesa a 4, schierando di fatto un banalissimo 4-4-2. La squadra ha fatto un buon pressing, ma non ai livelli di quello che produceva Sarri. Inoltre, si è potuto constatare che ci sono state molte giocate di prime ed una buona continuità 

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