Sono due attualmente i focolai di coronavirus attivi a Napoli città. Uno a Secondigliano e l’altro sulla circumvallazione esterna, al confine con Arzano. Il primo cluster riguarda quattro membri di una stessa famiglia, tutti infetti, residenti nel quartiere di Secondigliano.

Due focolai di coronavirus a Napoli

Nel primo caso si tratta di padre, madre e figli. La donna è ricoverata all’ospedale Cotugno, il principale presidio anti-Covid della Regione. L’altro, invece, è concentrato nel campo rom di Secondigliano, sulla circumvallazione esterna, al confine con il comune di Arzano. Sono sei i contagiati nel campo, tutti legati a una ragazzina 17enne incinta di cui è emersa la positività durante la gestazione.

A essere infettati sono i suoi familiari, di cui tre rientrati dalla Serbia in auto. Sarebbero tutti asintomatici. Gli altri tamponi effettuati invece hanno dato esito negativo. Ma la preoccupazione c’è. Tanto che l’Asl, ieri, ha raccomandato ai residenti del campo di uscire soltanto per motivi di assoluto bisogno e ha affidato ai servizi sociali il compito di portare famarci e generi alimentari di prima necessità.

De Luca: “Con più contagi avremmo fatto zona rossa”

La situazione al campo rom, dove sono state trovate sei persone positive al Coronavirus, è “assolutamente sotto controllo”, assicura il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. “Abbiamo informato della situazione i ministeri della Salute e dell’Interno – spiega – Perché se avessimo trovato molti più contagi, io avrei deciso la massa in quarantena di tutto il campo rom per 15 giorni, in maniera che ognuno fosse pronto per le competenze rispettive”.

Ha poi continuato: “Abbiamo avuto una giovane donna rom incinta e nei controlli che facciamo ordinariamente nelle strutture sanitarie è risultata positiva. Ci siamo preoccupati moltissimo, il campo comunale ospita centinaia di rom. Siamo partiti immediatamente con i tamponi, come capita per tutti i positivi che rintracciamo in relazione ai contatti più stretti avuti dalla signora. Abbiamo fatto i tamponi immediatamente al marito e a uno zio che conviveva nella roulotte”.

 

 

 

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